Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare del celeberrimo libro di Carle e Martin Jr. Tutti lo conosciamo almeno per sentito dire, qualcuno benissimo, qualcuno meno.
Nei paesi anglofoni viene usato per le prime letture dei toddlers, cioè i bambini da 1 a 3 anni d’età. Qui da noi può diventare un ottimo spunto per conoscere gli animali e i colori in modo accattivante e naturale, attraverso la lettura ad alta voce dell’insegnante.
L’ho proposto nelle mie classi prime come attività ponte tra lo studio dei colori appena terminato e prima degli animali. L’abbiamo letto in cerchio dando la possibilità a loro di indovinare l’animale della pagina successiva. Vi assicuro che anche i bambini più distratti o stanchi, in men che non si dica, hanno cominciato a partecipare per indovinare l’animale. Non importa se non conoscevano il corrispettivo in inglese, tanto il libro ce lo avrebbe svelato di lì a poco. Ci siamo proprio divertiti e le immagini ci hanno senza dubbio aiutato.
Alla lettura ho voluto affiancare delle attività che mi permettessero da un lato di ricostruire le sequenze della storia e dall’altra di spronare i miei piccoli alunni all’uso della lingua. Impresa impossibile? Direi di no. Qualcuno ha subito memorizzato i termini aiutato dai colori ed è riuscito senza problemi a ripetere autonomamente la sequenza. Qualcuno avrà bisogno di più tempo, ma va bene così. Sono certa di avere piantato i primi semini. Per realizzare questa attività ho preparato un orsetto a fisarmonica con delle carte da colorare e incollare nel corretto ordine.
Ho svolto le attività in questo ordine e in più lezioni:
Lettura ad alta voce della storia e coloritura della scheda con le tesserine degli animali. Affinché non fosse solo un colorare fine a se stesso e per sfruttare al meglio la risicata ora settimanale di inglese abbiamo proceduto tutti insieme. Io formulavo la domanda WHAT COLOUR IS THE DOG? e loro rispondevano e coloravano.
Rilettura ad alta voce della storia e drammatizzazione con l’uso delle frasi della storia.
Visione del video in lingua alla LIM. Riordino delle sequenze e realizzazione dell’orsetto fisarmonica. Lavoro di rielaborazione successivo a coppie con racconto della storia.
Terminata questa prima parte ho voluto creare un collegamento interdisciplinare con matematica facendo una piccola indagine sull’animale preferito da svolgere tutti insieme e un gioco con i dadi sulle diverse combinazioni possibili tra animale e colore.
Ci siamo posizionati in cerchio e ogni bambino ha tirato i due dadi. Prima il dado con i colori e poi il dado con gli animali per abituarli all’idea del colore che precede il nome. Molti sono anche riusciti a pronunciare da soli l’abbinamento (blue cat, red horse…). Una volta tirati i dadi ogni bambino ha completato una tabella a doppia entrata da incollare sul quaderno e affiancata dal disegno degli animali colorati in base ai lanci (io ne ho fatti fare due ad alunno).
Un’ultima attività per consolidare il vocabolario è stata la realizzazione di un memory con delle mini cards colore/animale seguendo gli abbinamenti originali del libro.
Tutti i materiali che vi ho presentato li potete trovare qui. Se avete intenzione di utilizzare questi materiali nelle vostre classi condivideteli con noi sulla pagina facebook di Jack Potato.
Potete trovare altre attività sui colori qui e qui.
Dennis was an ordinary boy, who expressed himself in EXTRAORDINARY ways…
Inizia così BE A FRIEND – Salina Yoon, uno degli albi illustrati più belli che io abbia mai letto. Con l’avvicinarsi si S. Valentino ho deciso di proporvi la storia di Dennis, un bambino unico e raro. Dennis non parla, ama esprimere se stesso attraverso il mimo. Questo lo porta a sentirsi solo, diverso, invisibile…fino a che non incontra Joy. Tra i due nascerà una bellissima amicizia, un’amicizia senza parole, poiché due amici, se ci pensiamo bene, non hanno bisogno di parole. A volte è sufficiente uno sguardo. Io me ne sono follemente innamorata. L’ho comprato quasi quattro anni fa, ma solo adesso mi sono finalmente decisa ad usarlo. E’ una storia semplice con contenuti profondi, che toccano le nostre corde più intime. Tutti ci siamo sentiti soli, tutti andiamo alla ricerca di qualcuno che ci ami per come siamo, senza stravolgere il nostro io. Quindi perché non proporne la lettura in classe? In questo momento non ho una classe specifica in mente, questa storia è talmente ricca e versatile che la proporrei in tutte le classi.
Quindi quest’anno, per S. Valentino, perché non puntare sull’amore come intensa e vera amicizia? In fin dei conti in inglese esiste una sola espressione “I LOVE you” per dire “ti amo” e “ti voglio bene”, espressione che quindi viene rivolta anche agli amici veri.
Il testo del libro è ricco di immagini meravigliose e contiene poco testo, tra l’altro scritto abbastanza in grande. Ci sono poi alcune parole chiave in rosso che ne aiutano la comprensione. Io ho intenzione di azzardare e di proporlo in prima, aiutando i bambini nella traduzione, già resa più semplice dalle illustrazioni. Vi farò sapere se sarà un disastro o un successo!
Veniamo ora alle attività legate alla storia. Inizialmente avevo moltissime idee in mente, ma ho deciso di proporvi poco perché credo che sia la riflessione che questo testo può far scaturire la principale attività. Riflessione in italiano ovviamente, svolta attraverso la modalità del circle time. Io sono molto curiosa di sentire cosa uscirà dai miei piccoli alunni.
In aggiunta a ciò proporrò il gioco dei mimi, usando alcuni termini del libro ( egg, caterpillar, butterfly, tree…) arricchito di alcuni vocaboli già affrontati in classe (animali…). Per questo gioco ho preparato delle semplici cards da scaricare qui.
Ho trovato anche una canzone cantata dalla bravissima Emily Arrow, la potete trovare qui.
Infine ho realizzato un minibook a forma di cuore componibile in base all’età e al livello dei vostri alunni. Il tema è quello dell’amicizia. Io per la prima userò solo due o tre cuori.
In alternativa al minibook, per le classi più elevate sarebbe bellissimo attaccare un grande cuore bianco sulla schiena di tutti gli alunni sul quale ogni compagno dovrà scrivere un aggettivo positivo che lo caratterizza (per poterlo fare in inglese ho preparato un elenco di termini da usare con relativa traduzione, ma può essere utile come primo approccio al dizionario). A fine giornata tutti gli alunni avranno il loro elenco di caratteristiche positive. Una buona iniezione di fiducia, non credete? Il cuore è scaricabile qui.
Se queste attività vi sono piaciute e pensate di usarle nelle vostre classi non dimenticatevi di condividerle con noi sulla pagina facebook di JackPotato.
Come utilizzate le tecnologie nella vostra pratica d’aula?
LIM, computer, tablet e smartphone possono arricchire le nostre lezioni, ma solo se usate sapientemente. Troppe volte questi strumenti, dove presenti, diventano più dei soprammobili impolverati che dei veri aiuti per noi insegnanti. Le ragioni? Nel mio caso, presa dalla fretta, dalle numerose incombenze e scoraggiata dal malfunzionamento di strumenti obsoleti mi dimentico proprio della loro presenza. Preferisco sostituire la LIM con la lavagna in ardesia, che diciamocelo, a volte è più comoda, immediata e non dà troppi problemi. Ma è proprio così?
Per questo nuovo anno mi sono quindi riproposta di vincere la pigrizia e tornare a usare la LIM in modo intelligente, motivante e utile sia a me che ai miei alunni. Da questa riflessione è nata l’idea di creare una sorta di rubrica, ENGLISH TEACHER 2.0, per darci nuovi spunti e idee su come usare la tecnologia in classe. Di volta in volta analizzeremo un diverso tool funzionale alla didattica.
Il primo appuntamento della nuova rubrica Jack Potato ho deciso di dedicarlo a FLIPPITY (www.flippity.net). E’ un tool che permette di creare una serie di giochi che noi insegnanti di inglese conosciamo bene. Flashcards, matching, crossword, bingo, hangman, memory game e wordsearch sono solo alcune delle possibilità che offre Flippity.
Per entrare è sufficiente avere un account google. Una volta dentro appare un menù fisso con diverse opzioni di lavoro: flashcards, ….
Io ho provato a creare delle semplici flashcards sui colori cliccando su TEMPLATE in corrispondenza della categoria. Nella pagina che si apre automaticamente ho cliccato sul bottone CREA UNA COPIA e si è aperto un foglio di lavoro simile ad excel. Qui si devono apportare modifiche in base alle proprie esigenze. In corrispondenza di SIDE 1 ho inserito i nomi dei colori in inglese, in corrispondenza di SIDE 2 ho messo quelli in italiano.
Infine ho seguito questi semplici passaggi: file, pubblica sul web, tasto x, cambio foglio di lavoro andando su get the link here (in basso) ecliccare sul link. Si apre quindi la pagina con le flashcards che permette di sentire anche la pronuncia delle parole. In automatico si creano tutta una serie di giochi con cui coinvolgere gli alunni, proponendo una modalità di svolgimento a squadre. Alcuni giochi si possono fare direttamente sulla LIM, altri, come il crossword, devono essere stampati e incollati sul quaderno.
Non vi resta che partire con la vostra esplorazione di FLIPPITY! Una volta raggiunta una certa dimestichezza non potrete più farne a meno! Io ho trovato molto utile questo tutorial, che vi consiglio di seguire attentamente. Prossimamente analizzeremo altre possibilità di questo fantastico tool.
Per i giorni che precedono le vacanze natalizie ho pensato di cominciare ad introdurre/ripassare (molti bambini li conoscono già bene) i numeri in inglese. Ovviamente tutto sotto forma di gioco. Siamo in prima e, sebbene le attività sui numeri in matematica siano già ben avviate, abbiamo formalizzato solo i primi numeri (5-6). Insieme ai numeri abbiamo però introdotto ordine crescente e decrescente.
Quindi perché non sfruttare queste attività per proporre una piccola lezione di inglese attraverso delle Christmas numbers activities?
Ho preparato delle semplicissime carte puzzle con numeri e immagini a tema natalizio da colorare e ritagliare. Io non ho avuto il tempo di plastificarle, ma sicuramente se avete più classi potrebbe essere una buona idea renderle “indistruttibili”. Una volta tagliate i vostri alunni potranno divertirsi a ricomporre le figure aiutandosi con i numeri, seguendo l’ordine crescente o decrescente. Le carte si prestano a innumerevoli usi, oggi vi voglio raccontare come le ho usate io nelle mie prime.
Ho diviso la classe in gruppi da 3/4 alunni e ho dato a ciascun gruppo una busta contenente tutte le carte tagliate e mischiate insieme. Poi ho chiesto di ricomporre le carte originali nel minor tempo possibile parlando solo in inglese. Stupiti dalla strana richiesta, all’inizio mi hanno guardato male, ma alla fine hanno capito che potevano usare anche i gesti per comunicare (oltre ai numeri e ai termini natalizi in inglese). Devo dire che si sono impegnati moltissimo. Una volta ricomposte le carte ogni gruppo doveva assicurarsi che tutti i suoi membri sapessero i numeri da 1 a 5/6. Infine ho fatto scegliere una carta a ciascuno da incollare e colorare sul quaderno.
Come attività di consolidamento ho preparato anche una scheda con quantità, cifre e numeri in parola da fare tutti insieme. Un primo approccio anche al numero scritto, ma senza scrivere veramente.
Se volete usare le Christmas numbers cards e la scheda di consolidamento potete scaricare tutto qui, oppure andare in SCHEDE DIDATTICHE, categoria festivities/holidays.
Fateci sapere come è andata sulla nostra pagina facebook.
Cosa c’è di meglio di un bel gioco COLORATO per combattere le grigie e nebbiose giornate autunnali?
Oggi vi racconto come ho rielaborato il famoso gioco in scatola TWISTER in chiave scolastica per favorire l’apprendimento dei colori e non solo. L’idea è nata da una certa voglia di cambiamento, voglia di abbandonare la classica lezione con il libro (che se non abusata ha sicuramente numerosi lati positivi) per abbracciare una didattica della lingua attiva, che permetta ai miei alunni di prima di muoversi e imparare contemporaneamente. Quest’anno ho solo un’ora di inglese, per di più durante il pomeriggio, quindi questo passo è stato inevitabile. Il COLOURS TWISTER mi ha permesso inoltre di lavorare sulla lateralizzazione e sui termini relativi a mani e piedi.
In cosa consiste il gioco COLOURS TWISTER? Ve lo spiego subito. Si tratta di un gioco a coppie. Per iniziare se ne scelgono quattro. All’interno di ogni coppia si assegnano due ruoli: il colourman, che deve pescare la carta da un mazzo e dare le giuste indicazioni al performer, che eseguirà invece i comandi sul tabellone.
Sulle carta viene indicato il colore e la parte del corpo (right/left hand, right/left foot) da usare. La carta una volta usata va inserita nuovamente nel mazzo che deve essere mischiato. Si procede così a turno fino a quando non rimane sul tabellone solo il performer della coppia vincente perché tutti gli altri sono caduti. E se finiscono i colori sul tabellone? Si pesca un’altra carta si va avanti. Il gioco è molto versatile perché consente di usare alternativamente tutti i colori (io per ora ho provato solo con quattro colori alla volta), favorendo l’apprendimento di questi ultimi, delle due parti del corpo usate e di destra e sinistra.
La prima volta abbiamo giocato tutti insieme, ma è possibile anche creare due o tre postazioni di gioco (con diversi colori) per evitare tempi morti. Si potrebbe organizzare anche un torneo o semplicemente far ruotare i gruppi nelle diverse postazioni, in modo che gli alunni si esercitino su tutti i colori.
Per realizzare il gioco sono necessarie le carte (io le ho stampate a colori e plastificate) e un cartellone di grandi dimensioni su cui incollare i cerchi di cartoncino colorato. Il tabellone si può far disegnare e colorare anche ai bambini. Per evitare che si rovini subito ho chiesto ai bambini di togliersi le scarpe prima di giocare.
Come attività di rielaborazione ho preparato anche un bingo che riprenda tutti i concetti affrontati. Sulle tabelline del bingo vanno tagliati, incollati e colorati i piedini e le manine. Nel file che ho preparato c’è tutto l’occorrente per realizzare quattro manche di bingo a testa.
Quando l’insegnante o un bambino a scelta pescano una carta gli alunni che hanno l’oggetto di quella carta fanno una X sulla propria tabellina. Vince chi completa per primo la propria cartella.
Per giocare al COLOURS TWISTER potete scaricare gratuitamente i materiali nella sezione SCHEDE DIDATTICHE categoria COLOURS oppure direttamente qui. Per il COLOURS TWISTER BINGO nella stessa categoria oppure qui. Non scordatevi di farci sapere come è andata!
Per altre attività sui colori cliccate sui seguenti link:
E’ iniziato il conto alla rovescia per l’inizio del nuovo anno scolastico, fervono i preparativi e le idee nelle nostre teste si moltiplicano. E’ un periodo dell’anno che io adoro, in cui la ricerca di nuovi spunti diventa irrinunciabile, ma che porta con sé anche un uso dispendioso e talvolta folle delle nostre energie.
Per non arrivare alle prime settimane con le pile già scariche abbiamo deciso di lavorare per voi. Era da un po’ che avevo in mente questa BACK-TO-SCHOOL activity e la pausa estiva mi ha concesso di trovare il tempo per realizzarla. Così è nato ALL ABOUT ME Dodecahedron.
Si tratta di una rivisitazione in chiave 3D della classica scheda ALL ABOUT ME che prevede la realizzazione di un dodecaedro. All’interno di ogni faccia del dodecaedro i vostri alunni potranno descrivere una parte di sé attraverso la mediazione della lingua inglese. Il libro, il cibo e la materia preferiti, la propria famiglia, gli amici e gli hobbies sono solo alcune delle informazioni richieste in questa attività.
Una volta completati tutti gli spazi i ragazzi si potranno cimentare, da soli o aiutati da un compagno, nella realizzazione del dodecaedro. Conclusa la parte pratica ci si potrà concentrare sull’uso orale della lingua.
Ogni alunno, per estrazione, dovrà descrivere se stesso ai compagni formulando le frasi corrette. In alternativa sarà possibile svolgere un quiz nel quale un alunno, dopo aver pescato un dodecaedro a caso, dovrà rispondere alle domande formulate dai compagni. Questi ultimi dovranno invece indovinare di chi si tratta. Insomma una sorta di “indovina chi” della classe. Al termine del gioco si potranno appendere tutti i dodecaedri ad uno spago, per decorare la classe ancora spoglia dei primi giorni.
All about me dodecahedron è pensato per il ripasso iniziale ed è particolarmente adatto alle attività del progetto accoglienza.
Se avete intenzione di realizzare l’All about me dodecahedron dovrete procurarvi i seguenti materiali:
le due fotocopie del dodecaedro;
due cartoncini per incollare le fotocopie (senza il cartoncino rischia di rompersi ed essendo meno rigida la superficie da trattare risulta anche più complicata la sua realizzazione);
colori, colla e forbici;
spago.
Il procedimento per la realizzazione è invece il seguente:
completare e colorare le due fotocopie;
incollare le fotocopie sul cartoncino avendo cura di non tralasciare delle parti;
tagliare lungo i bordi esterni;
piegare tutte le alette e i lati del pentagono centrale in ognuna delle due fotocopie;
incollare prima la metà con meno alette e successivamente completare con l’altra metà, poco alla volta senza avere fretta;
inserire lo spago in uno spigolo dopo aver creato un piccolo nodo.
Conoscete il Progetto IBI/BEI? Si tratta di un progetto di istruzione bilingue di cui vogliamo scrivere da molto tempo. Quale miglior occasione se non quella di realizzare un’intervista con una delle pioniere di questo progetto in Italia? Abbiamo avuto modo di conoscere l’insegnante Silvana Daniele durante un recente corso di formazione. Non abbiamo saputo resistere alla tentazione. Lei ha risposto in modo esaustivo alle nostre domande, spalancando davanti a noi le porte di un mondo quasi utopico. Però no, non è solo un’illusione. Siete pronti? Lascio la parola a lei e al suo contagioso entusiasmo.
Buongiorno, puoi descriverci chi sei, qual è il tuo ruolo nella scuola e nel progetto IBI/ BEI?
Buongiorno a voi, mi chiamo Silvana Daniele e sono una docente di scuola primaria che da otto anni contribuisce a sviluppare un progetto di bilinguismo in lingua inglese nella scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Teodoro Ciresola di Milano, che è una delle sei scuole che hanno aderito e realizzato con successo la sperimentazione IBI/BEI proposta dal MIUR nel 2010.
Puoi raccontarci brevemente in cosa consiste questo progetto?
Iniziamo dall’acronimo IBI/BEI che corrisponde a Istruzione Bilingue Italia/Bilingual Education Italy. Si tratta di un progetto pilota di istruzione bilingue di durata quinquennale rivolto a bambini della scuola primaria a partire dall’anno scolastico 2010/11 e fino al 2014/15. Questo vuol dire che, alla fine del quinquennio indicato, il progetto cessa di essere sperimentale ma prosegue integrato a pieno titolo nel Piano dell’Offerta Formativa dei sei Istituti scolastici che hanno aderito all’iniziativa, i quali nascono e si costituiscono come scuole di rete IBI/BEI.
L’insegnamento bilingue precoce si pone come obiettivo quello di far acquisire agli alunni competenze disciplinari e promuovere contemporaneamente un importante e progressivo potenziamento delle abilità linguistico-comunicative nella lingua veicolare.
Nella specificità del progetto, l’insegnamento/apprendimento dell’intero curricolo di due discipline non linguistiche, Scienze e Geografia a cui trasversalmente si unisce Arte, vengono veicolate attraverso la lingua inglese a partire dalla classe prima e fino alla classe quinta della scuola primaria.
Come Istituto come siete venuti a conoscenza del progetto? Quali sono stati i requisiti di adesione?
Il progetto IBI/BEI nasce come progetto pilota di istruzione bilingue da un accordo siglato il 25 febbraio 2010 tra il MIUR – Direzione Generale per gli Ordinamenti e per l’Autonomia Scolastica, l’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia e il British Council Italia, conseguentemente a uno studio di fattibilità per l’Italia, finanziato dal British Council, che ha interessato diverse regioni italiane (Lombardia, Sardegna , Umbria) e si è concluso nel 2009. Di fatto, il progetto prende avvio in sole sei scuole della Lombardia, selezionate su 42 che avevano presentato richiesta, che hanno dimostrato di avere i requisiti, la capacità e la volontà dei singoli docenti coinvolti a dare vita a un progetto di istruzione bilingue.
Le scuole aderenti hanno dovuto impegnarsi a garantire l’approvazione e accettazione del progetto da parte del Collegio dei docenti e a rispettare i criteri dettati dal MIUR tra cui: assicurare la presenza di docenti con una competenza linguistica almeno di livello B2 del QCER, implementare il 25% dell’intero curricolo in lingua inglese, scegliendo di insegnare almeno due materie tra Scienze, Geografia e Arte in inglese, oltre alla literacy (letto-scrittura in lingua inglese), e dedicare un monte ore settimanale di non meno di 6/7 ore allo svolgimento del progetto.
Nella pratica quotidiana come si concretizza il lavoro della classe? Quali sono le metodologie didattiche utilizzate?
Per rispondere a questa domanda è necessario fare una premessa. Prima di iniziare il progetto IBI/BEI, i docenti pionieri, intendo dire quelli che hanno iniziato la sperimentazione e l’hanno portata a conclusione, sono stati inseriti in un programma di formazione linguistica e metodologica. La formazione è stata curata dal British Council e dall’USR Lombardia, sui testi dei maggiori specialisti dell’approccio metodologico CLIL (Content and Language Integrated Learning) e con la presentazione di attività già sperimentate in altri paesi, quali la Spagna, dove il BEP (Bilingual Education Spain) era già in corso dal 1996. Come è facile intuire, l’approccio metodologico di riferimento nella pratica dell’istruzione bilingue è il CLIL, che propone un insegnamento/apprendimento integrato di contenuti disciplinari veicolati per mezzo di una lingua seconda o straniera. Le strategie di intervento tipiche del BEI si basano sulle più moderne tecniche di apprendimento quali il cooperative learning, il peer tutoring, il learning by doing, il Total Physical Response a cui vengono associate attività di story-telling, finalizzate a introdurre i contenuti disciplinari in una modalità divertente, accattivante, coinvolgente e più accessibile ai bambini.
Come hanno reagito al progetto gli alunni e i genitori? E i colleghi?
Nella fase inziale del progetto i dubbi da parte dei genitori, ma in generale di tutti gli stakeholder (i soggetti coinvolti nel progetto) erano tanti. Anche noi come docenti pionieri non eravamo del tutto consapevoli dei risultati che avremmo conseguito. Comprendevamo la bontà del progetto e soprattutto prevedevamo le ottime ricadute di un accostamento precoce alla lingua inglese sui nostri alunni. Di contro, abbiamo dovuto fronteggiare, tra le tante difficoltà che si presentavano, anche la riluttanza di una parte di colleghi che opponeva resistenza verso questa proposta didattica alquanto innovativa. Alla luce di quanto accaduto, credo che il fatto di essere riusciti a portare a casa degli ottimi risultati sia dipeso anche e soprattutto dall’affiatato lavoro di squadra: ho avuto il piacere e la fortuna di lavorare in team con due fantastiche persone oltre che colleghe che meritano di essere citate, Letizia Maria Fossati e Maria Pia Fabbri, a cui sono legata da una grande stima professionale che nel corso degli anni si è trasformata in una profonda amicizia.
Se dovessi indicare con una percentuale le competenze linguistiche e quelle metodologico/didattiche nella preparazione di un docente per la buona riuscita del progetto che valore assegneresti a ciascuna delle due tipologie?
Onestamente, credo che entrambe le competenze siano importanti. La competenza linguistica è una conditio sine qua non, perché è necessario padroneggiare bene la lingua inglese e integrarla con la conoscenza della microlingua disciplinare per poter gestire la trattazione dei contenuti. Per il progetto IBI/BEI il livello richiesto è il B2 in riferimento al Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER).
D’altra parte, la competenza metodologica assume un ruolo chiave, importantissimo per la buona riuscita di un progetto bilingue. Precedentemente, ho accennato alla metodologia CLIL che è parte integrante del progetto. Fare didattica utilizzando la metodologia CLIL presuppone una seria formazione di base. Una lezione CLIL non si ferma alla sola trasposizione di un contenuto/argomento disciplinare in una lingua straniera veicolare. Essa va progettata minuziosamente attraverso un “Lesson plan” che deve contenere gli elementi essenziali che non devono mai mancare in un lavoro di progettazione.
In ogni caso, la metodologia deve essere piuttosto ludica, coinvolgente, partecipata, deve motivare gli alunni attraverso la proposta di attività significative che incontrino il loro interesse, perché i bambini devono capire l’importanza di ciò che viene loro proposto per prendervi parte.
A scopo esaustivo e per ulteriori approfondimenti sull’argomento rimando a due pubblicazioni “La GuidAgenda CLIL” di 4 e 5 della casa editrice Gaia Edizioni, di cui sono autrice insieme alla collega Letizia Maria Fossati.
Il progetto BEI è certamente molto corposo e impegnativo, sapresti quantificare il monte ore giornaliero di progettazione che si richiede ad un insegnante?
Come ho già detto, nell’affrontare questo importante impegno, il mio team non si è risparmiato. Abbiamo svolto un lavoro di squadra, oneroso, che per cinque anni ha impegnato anche i nostri weekend, con conseguenti ricadute sulle nostre famiglie. Il primo anno della sperimentazione, tutte noi facevamo tutto. Poi, andando avanti abbiamo organizzato sinergicamente il lavoro dividendoci i compiti.
Nel dibattito attuale legato al CLIL uno dei nodi problematici è legato all’insegnamento di una disciplina o di un argomento solo in lingua straniera. Alcuni credono che in questo modo si perda l’apprendimento del linguaggio specifico disciplinare in lingua madre. Cosa ne pensi?
Rispondo in modo molto determinato, perché convinta di quello che sto per dire. Non c’è alcuna perdita nei contenuti e nel lessico specifico disciplinare in lingua madre. Gli argomenti disciplinari che si intende presentare in inglese attraverso l’approccio CLIL non vanno assolutamente anticipati e tradotti in italiano per facilitarne la comprensione. Si andrebbe a snaturare quello che è il senso di tale proposta metodologica.
E’ l’esperienza che mi consente di essere così sicura di ciò che affermo. Il primo anno che abbiamo iniziato il progetto, uno dei dubbi dei genitori era proprio la preoccupazione che i loro bambini avrebbero perso nell’apprendimento dei contenuti e del lessico specifico disciplinare in italiano. Si sono dovuti ricredere. Vi faccio un esempio: se durante una lezione di geografia veicolata in inglese, l’insegnante parlando del Tevere lo chiama “Tiber”, indicandolo sulla mappa proiettata alla LIM, e aggiunge che questo è un fiume italiano importante che attraversa “the capital city of Italy, Rome …” e dopo qualche frazione di secondi sente uno dei suoi alunni che fa la traduzione simultanea in italiano di quanto ha appena affermato, mi spiegate cosa è accaduto? Semplicemente che tutti i bambini della classe stanno usufruendo dell’intuizione di un proprio compagno, imparando a denominare il Tevere sia in italiano che in inglese e non solo. Essi stanno rendendo significativo il loro apprendimento, perché stanno imparando a utilizzare la lingua inglese per apprendere dei contenuti e nello stesso tempo potenziano l’apprendimento della stessa. L’insegnante non ha motivo di spiegare i concetti anche in italiano, perché ricorrendo a strategie adeguate e avvalendosi del supporto di molte immagini e schemi, assicura il passaggio e la comprensione dei contenuti. Una delle figure più autorevoli nel campo del CLIL, quale è David Marsh, ci regala questa definizione molto chiara del CLIL: “Content and language integrated learning (CLIL) is a dual‐focused educational approach in which an additional language is used for the learning and teaching of both content and language.” Si intuisce, dunque, che nel processo di apprendimento/insegnamento in chiave CLIL il focus è duplice, poiché è sia sul contenuto che sulla lingua veicolare. Ciò che è emerso nel passaggio dei nostri alunni alla scuola secondaria di primo grado è stato che essi avevano acquisito un livello linguistico A2 (QCER), equiparabile a quello in uscita dalla terza media, e che rispetto ai pari che avevano seguito un percorso di studi “tradizionale” i contenuti disciplinari da essi acquisiti risultavano più approfonditi.
Credi che alla lunga l’apprendimento della lingua straniera possa trarre dei benefici dal progetto? Lo consiglieresti?
L’apprendimento di una lingua straniera, come già detto, trae dei grossi benefici dal progetto BEI. Sarebbe auspicabile che il progetto fosse proposto ancora più precocemente e cioè nella scuola dell’infanzia, così come avviene in Spagna.
Puoi indicarci i punti di forza e di debolezza, le opportunità e i rischi/pericoli del progetto?
Allo stato attuale è ancora possibile aderire al progetto? Se sì, come?
Il progetto IBI/BEI, sebbene continui a essere attuato nella scuola primaria dei sei Istituti Scolastici che hanno aderito alla sperimentazione, si è ufficialmente concluso nell’anno scolastico 2014/2015. Anche il progetto Eccellenza CLIL, che ha permesso la prosecuzione nella scuola secondaria di primo grado dell’esperienza maturata nella scuola primaria, si è concluso alla fine di quest’anno scolastico con ottimi risultati.
Allo stato attuale, le sei scuole di rete, denominate scuole BEI/Eccellenza CLIL, che continuano a portare avanti l’esperienza formativa bilingue, hanno aperto ad altri Istituti scolastici giungendo a costituire una rete di 20 scuole. Tutto ciò è stato possibile attraverso un’ufficiale regolamentazione da parte dell’USR della Lombardia che è intervenuto al fine di favorire il più possibile la diffusione e lo sprigionamento di buone pratiche innovative in campo didattico-educativo. Chiaramente, entrare a far parte di questa rete di scuole presuppone il possesso di determinati requisiti.
Vorrei concludere questa intervista affermando che il progetto IBI/BEI è stato e continua a essere “a breath of fresh air” ossia una boccata d’ossigeno per la scuola pubblica italiana.
Sono convinta che per conseguire dei buoni risultati nella nostra professione bisogna avere il coraggio di mettersi continuamente in gioco, di osare. Io l’ho fatto e continuo a desiderare di sperimentare sempre nuove strade per tenere accesa la passione per il mio lavoro e rendere la mia didattica piacevole e interessante ai miei alunni.
Non voglio aggiungere altro poiché credo che le parole di Silvana abbiano sapientemente raccontato il progetto e le sue diverse sfaccettature. A me è venuta voglia di fare parte di questo mondo. E a voi?
Nell’ultimo periodo tra Open Minds e Jack Potato è nata una bellissima collaborazione, culminata in questo meraviglioso articolo che Claudia Adamo ha deciso di condividere con noi. Una coinvolgente proposta di teatro in lingua inglese. Speriamo che le sue parole possano entusiasmarvi come hanno fatto con noi! Buona lettura!
In questo ultimo mese di scuola in tante scuole fervono i lavori per la recita finale. Ho allora pensato di proporvi un testo semplice in inglese che può essere imparato nelle varie classi della scuola primaria. E’ bello che i bambini possano dimostrare ai genitori cosa hanno fatto in lingua. Inoltre fare teatro in inglese è sicuramente un modo favorevole per insegnare loro tante parole nuove.
Il fatto di doverle pronunciare ad alta voce costringerà tutti a dovere allenare una buona pronuncia: questo a mio avviso è davvero importante, perché automatizzare la pronuncia corretta delle parole aiuta non solo le abilità produttive, ma anche quelle ricettive. Se i bambini si abituano a dire le parole correttamente ad alta voce allenano gli schemi motori che permettono di “dire bene” le parole in inglese.
Nel teatro in lingua inglese ci sono tradizionalmente anche molte canzoni, che sono il modo più naturale per “ascoltare e riprodurre” la pronuncia corretta, aiutati dal ritmo e dalla musica.
Fare una recita in inglese, in altre parole, non è soltanto “dimostrare” ma anche maturare e perfezionare la conoscenza linguistica, con risultati a lungo termine.
Tra le tante recite che stiamo proponendo in varie scuole di Milano e dell’hinterland con i nostri docenti madrelingua, vi propongo una sequenza di semplici “play” sul tema dell’acqua. L’acqua è un tema veramente versatile, perché si può connettere con il programma di scienze (a latere per esempio di un progetto CLIL) oppure con il programma in inglese (weather and seasons).
Fonte: Pinterest
Qui diamo le parti semplificate, da cui ogni insegnante può partire per ampliare la recita come desidera. Il testo è originale, scritto dai nostri maestri madrelingua, e può essere liberamente usato ed interpolato.
PRIMA E SECONDA
Per i bambini piccoli abbiamo creato un testo molto semplice, sulla base di argomenti che avevamo studiato già in classe e che tutti i bambini hanno imparato a conoscere, ovvero i colori ed il tempo atmosferico.
Topics: saluti, colori, weather (sun, snow, rain, rainbow), aggettivi di grado positivo;
Grammar: pronomi personali e verbo to be (I am/ you are)
Fonte: Pinterest
Bambino1 „Hello, I am Mr. Sun!“ („Hello Mr. Sun!“)
„I am yellow and hot!“ („You are yellow and hot!“)
Bambino2 „Hello, I am Mrs. Snow!“ (other kids: „Hello Mrs. Snow!“)
„I am white and cold!“ („You are white and cold!”)
Bambino 3: „Hello, I am Mr. Rain!“ (other kids: „Hello Mr. Rain!“)
„I am wet! I am water!“ („You are wet and you are water!“)
Bambino 4: „Hello, I am Mrs. Rainbow!“ (other kids: „Hello Mrs. Rainbow!“)
„I am yellow! (you are yellow!) I am orange! (you are orange!) I am red! (you are red!) I am green! (you are green!) I am blue! (you are blue!) I am purple! (you are purple!)
Per i bambini piu’ grandi proponiamo una carrellata di città (i bambini si sono divertiti tantissimo a fare i fondali delle varie città del mondo), con il pretesto del viaggio di una curiosa gocciolina di pioggia, che decide di girare il mondo facendoci conoscere le particolarità del tempo atmosferico nelle varie città.
Fonte: immagine di repertorio Open Minds
In questo „play“ ci sono più parti: gli insegnanti possono adattare il testo a seconda delle caratteristiche della loro classe, anche eventualmente aggiungendo o togliendo città (è un testo „modulare“). Il testo è originale e può essere liberamente modificato ed interpolato.
Per ogni singola città, oltre ai dialoghi, avevamo anche creato un cartellone del tempo.
Topics: saluti e presentazioni, domande e risposte, posti famosi delle città, aggettivi, pronomi personali+ verbo essere
(A curious raindrop went to see the world! It visits these cities making a local acquaintance in every city: London, Paris, New York, Tokyo, Moscow and returns to Milan to his friends and family. Between every scene, one of the kids walks on stage holding a poster that states „A FEW CLOUDS AWAY…“)
LONDON
Where am I?
Hi!
Good morning!
How do you do?
I’m Waterlina, nice to meet you!
I’m Smally Drop!
And I’m Droppy! Welcome to London!
Nice to meet you! I’m Dropson! Look at how many drops!
Oh yes, it rains a lot here!
You aaaalways take your umbrella!
We’ll show you London, it’s incredible!
There is the London bridge!
Wow, it’s very beautiful!
It really is!
And we have a queen!
Queen Elizabeth the second!
And this is her house, Buckingham palace!
Look! Hogwarts!
Nooo! Harry Potter’s castle??
I read all the books and watched all the films! It’s very, very cool!
Thank you for this visit, London is wonderful!
PARIS
Look! A tourist drop!
Hi! I’m Luc, and you’re in Paris! The city of lights!
Oh la la, Paris c’est magnifique! I’m Chloé, enchanté!
Ciao, I’m Dropson, from Milan!
Do you want to come with us to the stadium?
Yeah, PSG is playing against Liverpool!
Wow, sure! Let’s go!
…
This is so much fun, to win 5 – 0 is impressive!
Look, it’s Neymar!
Hi! Did you like the game?
YES!
Can I have your autograph? You’re my idol!
Me too!
Me three!
I will show you the city! Let’s go to the Eiffel tower!
Let’s go!
NEW YORK
Excuse me, excuse me!
Yes?
Is this New York?
Of course!
What else?
Then why is it called the Big Apple, it doesn’t look like an apple!
Eh, who knows!
It’s a mystery!
Where are you from?
I’m Dropson from Milan! Are there some football stadiums too here?
Yes!! Come with us!
But… This is not football, the ball is oval, it’s not round!
Exactly!
And the players have defensive helmets!
Of course!
Are you sure this is football? I thought of Messi, Neymar, Ronaldo…
Oooooh you mean soccer?
Nahh, that’s not cool.
Come on, let’s go to Times square, you must see Manhattan…
And Central Park…
And the Empire State Building…
And… (they exit)
RIO DE JANEIRO
Wooaaah, what is this music??
Olá! I’m Angela, welcome to Brazil!
You are just in time, today is the first day of Carnival!
Yes! We like to dance samba!
Wow, what is samba?
Samba is music…
… and dancing…
… and life!
Brazilian drops love to samba!
But we also love to play football!
Oooh, I love football!
You MUST see our stadium, Maracanã! It’s huuuuge!
And also our favourite beach, Copacabana!
What do you prefer, swimming or playing football?
Hmmm, difficult choice!
Let’s go to the beach now…
… and in the afternoon we go to the stadium!
I hope you have your bathing suit!
Let’s go! (takes out his swimming goggles)
TOKYO
Swimming in Brazil was great! But where am I now?
Konnichiwa! My name is Ryan-san! Welcome to Japan!
The land of the rising sun! I’m Simo-san!
And I’m Dropson, from Italy!
What would you like to visit?
We have supermodern buildings…
Old japanese tea rooms…
We can watch the new Godzilla film…
Or have a nice sushi!
Sushi? Did you say sushi? It’s my favourite food!
Great! Let’s go!
MOSCOW
Brrrrrrrr why is it so cold here???
We’re in Moscow!
It’s very cold, but also very beautiful!
My name is Dropoi!
And I’m Vodkadrop! I’m a very funny drop, I go to parties all the time!
Do you want to see the CSKA stadium?
No more stadiums, thank you! But I am curious about your city!
Let’s go to the Red Square and eat!
Let’s eat bliny! They are Russian pancakes!
Yummyyy!
Let’s go!
MILAN
Dropson, where were you?
I had so much fun around the world! I started in London where I saw the London bridge and Buckingham palace, then I went to Paris…
Let me guess, you saw the Eiffel tower?
Yes! And I met Neymar!
Yeah sure, and I had coffee with Cristiano Ronaldo!
You have surely seen New York?
Yes! And Rio! Wow it’s so hot there! I went for a swim!
Ah, I can imagine, so in Brazil it’s hot?
While here in Milan it’s cold?
Suuuuuure (ironically)
Exactly! And then I had sushi in Japan! Oh, and in Moscow it was freeeeezing!
Ah you went to Moscow too!
And Japan! Of course!
Well, when you’ll want to be serious, give us a call.
We’ll be waiting. (they go away)
(confused) Raindrops are so complicated!
Canzoni sul tempo atmosferico
Accanto alle attività di teatro in lingua inglese, i bambini hanno imparato diverse canzoni che hanno per tema il tempo atmosferico.
Gli antichi Egizi sono un argomento che gli alunni di quarta affrontano sempre con grande interesse. Le piramidi, i faraoni, gli dei, il Nilo, la mummificazione…sono elementi di una tra le civiltà più antiche che si conoscono. Perché non sfruttare questa motivazione per un progetto CLIL in inglese? Ecco come è nata l’idea di A trip in Ancient Egypt.
Dietro un progetto CLIL c’è un carico di lavoro non indifferente, ma i risultati sia in termini di interesse, che in termini linguistici e di contenuti acquisiti giustificano la fatica iniziale. Qui però tralascerò la fase di progettazione per raccontarvi alcune delle attività che ho proposto. In questo progetto ho deciso di usare molto le tecnologie, cercando di rendere le mie lezioni interattive.
Tutte le lezioni di A TRIP IN ANCIENT EGYPT sono partite con un video trovato in rete che ho particolarmente apprezzato. E’ infatti completo e ben strutturato. Eccolo qui sotto:
1. WHERE? WHEN? : dopo la visione dei primi minuti di video abbiamo disegnato una mappa dell’antico Egitto tutti insieme sul quaderno. In un secondo momento gli alunni, divisi in gruppi, hanno costruito una timeline.
2. SOCIAL CLASSES : gli alunni, divisi in gruppi, hanno costruito la piramide 3D delle classi sociali. In questa attività io ho fatto costruire anche la piramide, ricollegandomi alla programmazione di geometria. Perché non risultasse troppo piccola o fragile ho usato dei cartelloni di cartoncino bianco.
L’uso dei verbi in una lingua straniera non è mai semplice. Per dei bambini alle prime armi con l’apprendimento dell’inglese ancora meno. Ma ahimè, non se ne può proprio fare a meno se non si vuole ridurre tutto alla mera ripetizione di vocaboli. Infatti uno degli scopi principali nell’insegnamento della lingua inglese, se non il più importante, è quello comunicativo. Alla scuola primaria si insegnano prevalentemente le forme verbali al tempo presente semplice. Oggi ci focalizzeremo sul verbo avere.
Come facilitarne l’apprendimento? Come non renderlo troppo “accademico”? Attraverso una via naturale per il bambino, quella del gioco. In questo post cercherò di raccontarvi come ho impostato l’attività nelle mie classi. Ho preparato una serie di materiali che mi sono stati molto utili per coinvolgere i miei alunni, che si sono proprio divertiti!
Il kit comprende una serie di cartellini di diverso colore per facilitare la formazione di frasi. Cartellini con pronomi personali, con verbo avere e con complementi oggetto (in questo ultimo caso ho usato gli oggetti scolastici, ma ho predisposto dei cartellini in bianco per scrivere altri oggetti in base alle esigenze).
Si può stampare un kit per ogni alunno in modo che si possa esercitare anche a casa o un kit per ogni gruppo di lavoro (coppie o gruppi di 3-4 alunni). Inizialmente ho proposto la formazione di semplici frasi dette da me in inglese. Poi per diversificare l’attività ho chiesto ai bambini di formarle partendo da una mia richiesta in italiano. Come variante è possibile inoltre chiamare a turno gli alunni chiedendo loro di prendere il nostro posto. Infine abbiamo dato vita ad una vera e propria sfida, con tanto di punteggi e di vincitori (1 punto per le frasi affermative, 2 punti per le frasi negative, 3 punti per le frasi interrogative).
In una lezione differente ho proposto invece dei giochi a tempo:
formare delle frasi usando il maggior numero di cartellini possibili una sola volta (15 minuti);
scrivere il maggior numero di frasi possibile sul quaderno usando i cartellini. Ogni cartellino può essere usato anche più di una volta (10 minuti).
Il kit comprende inoltre le tavole sul verbo avere a colori in forma estesa e contratta e un altro file con le tavole in bianco e nero complete, parzialmente complete o vuote. In questo modo i vostri alunni potranno cimentarsi nel loro completamento autovalutando il loro apprendimento.
Spero che questi materiali possano esservi utili, fateci sapere se e come li avete usati.
Dopo la pausa natalizia le scuole si sono nuovamente riempite di bambini e insegnanti e questo anno scolastico è ormai vicino al suo primo giro di boa. La più grande novità per noi insegnanti di lingua alla primaria è l’appuntamento con la prova INVALSI di inglese, il prossimo 3 Maggio. Questa notizia, parliamoci chiaro, ha gettato nello scompiglio molti di noi, sia per le poche informazioni a disposizione, sia per la novità che essa stessa rappresenta. Ma come affrontare serenamente questi ultimi mesi che ci separano dal 3 Maggio?
In questo articolo analizzeremo passo dopo passo tutte le informazioni messe a disposizione dall’ INVALSI sulla prova e cercheremo di fornire degli spunti utili per prepararsi al meglio. Queste prove infatti risultano una novità anche per i nostri alunni, che rischiano di arrivare a Maggio in uno stato di ansia non sano per la loro età. Il nostro compito è quello di accompagnarli lungo questo percorso, aiutandoli a familiarizzare con la tipologia di prova e riducendo lo stress.
La prova INVALSI di inglese è prevista per la sola classe V della scuola primaria e farà riferimento al livello A1 del QCER (Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue straniere) e alle Indicazioni Nazionali.
In particolare verranno valutate le competenze ricettive, cioè la comprensione della lettura (READING) e dell’ascolto (LISTENING). Inoltre l’accento verrà posto non tanto sugli aspetti formali della lingua, quanto sulle competenze comunicative. Quindi niente grammatica, ma spazio alla comunicazione reale in contesti familiari per gli alunni. I nuclei tematici saranno quelli previsti per una classe quinta di scuola primaria: famiglia, scuola, tempo libero, cibo, salute, vacanze, natura, professioni, abbigliamento, animali domestici, luoghi quotidiani, sport, tradizioni, viaggi, tempo atmosferico, eventi.
QCER – LIVELLO A1
COMPRENSIONE DELLA LETTURA : Leggere e comprendere brevi e semplici testi accompagnati da supporti visivi, cogliendo il loro significato globale e identificando parole e frasi familiari.
COMPRENSIONE DELL’ASCOLTO: Comprendere brevi dialoghi, istruzioni, espressioni e frasi di uso quotidiano, se pronunciate chiaramente e identificare il tema generale di un discorso in cui si parli di argomenti conosciuti.
La prova INVALSI di inglese si comporrà di due parti:
Comprensione della lettura – READING: durerà 30 minuti e si comporrà di 3-4 tasks, ognuno formato da un testo di massimo 110 parole accompagnato da alcune domande di comprensione. I testi autentici potranno essere continui, cioè strutturati in frasi e capoversi (testi narrativi, informativi, descrittivi…), o discontinui (grafici, tabelle, mappe, annunci, ricevute…). Potrà quindi essere richiesta una quick selective reading, una modalità di lettura veloce selettiva (informazioni specifiche, significato di una parola), o una careful reading, una lettura per comprendere le idee principali del testo. Infine le domande potranno essere a risposta multipla, a risposta aperta breve (max 4 parole), true/false/not given, matching.
Comprensione dell’ascolto – LISTENING: anche questa seconda parte durerà 30 minuti e sarà costituita da 3-4 tasks. Ogni compito sarà formato da un brano in lingua inglese (livello A1 del QCER) di 2 minuti circa (dialoghi o monologhi di speakers diversi), a cui saranno associate delle domande. Queste ultime potranno essere di diverse tipologie: risposta multipla, risposta breve aperta (max 4 parole) e matching.
La prova INVALSI di inglese inizierà alle 9.30 del 3 Maggio 2018 con la prima parte (READING). Seguirà una pausa dalle 10.15 alle 10.30, ora prevista di inizio della seconda parte (LISTENING).
Per gli alunni disabili e DSA si potranno adottare le misure compensative e dispensative previste nei PEI e PDP. In particolare potrà essere concesso loro più tempo: 15 minuti per il READING e un terzo ascolto per il LISTENING. Inoltre potranno essere dispensati dall’intera prova o da una delle due parti.
Tutto il materiale informativo relativo alle prove INVALSI è reperibile a questo LINK . La normativa di riferimento la potete invece consultare QUI.
Al seguente link è possibile scaricare gli esempi di prove messi a disposizione dall’INVALSI ==> ESEMPI PROVA INGLESE
Di seguito inoltre troverete una serie di link a siti che offrono degli esercizi utili per la preparazione alla prova.
Nel post di oggi voglio proporvi una serie di attività di Christmasart and craft.
Solitamente sono attività molto stimolanti per i nostri alunni: tagliare, incollare, colorare e in generale sporcarsi le mani sono attività leggere, che rilassano e rallentano i tempi sempre troppo serrati del “fare scuola”. Soprattutto nelle classi basse, in prima e in seconda, dove non si scrive molto, possono diventare un valido strumento per sviluppare le language skills. Infatti la lingua viene usata per uno scopo e, una volta a casa, gli alunni possono usare il linguaggio appreso anche in famiglia.
D’altra parte però le attività di art and craft richiedono molto tempo per la loro predisposizione e realizzazione, necessitano spesso di numerosi materiali (che tante volte noi insegnanti acquistiamo personalmente) e sono molto stressanti.
Nonostante ciò, se ben dosate e finalizzate allo sviluppo delle abilità linguistiche, anche queste attività possono entrare a testa alta nelle ore di inglese.
Dato che siamo ancora nel periodo natalizio ho pensato a delle Christmas art and craft activities semplici, come i classici Christmas Cards, cioè i bigliettini di auguri e dei Finger Puppets, dei piccoli pupazzi, da usare con le dita.
Christmas Cards: ho realizzato tre diverse tipologie di bigliettini di auguri con una poesia. Per ognuna ho realizzato la doppia versione: completa e personalizzabile. Così facendo i bambini delle classi più grandi possono scrivere la poesia e gli auguri in autonomia. Vi consiglio di stampare due fogli per alunno e incollarli tra di loro o su cartoncino.
Christmas Finger Puppets: sono dei semplici pupazzi da ritagliare. Infilandoci l’indice e il medio diventeranno delle marionette.
L’obiettivo in questo caso sarebbe quello di realizzare mini dialoghi a coppie o coinvolgendo l’intera classe. Eccone un esempio (se ve ne vengono in mente altri fatecelo sapere):
Santa: “Hello, I’m Santa. Who are you? “
Reindeer: “Hi Santa. I’m a reindeer.”
Potrete sbizzarrirvi nell’inventare nuovi dialoghi o nel farli inventare ai vostri alunni in base alla classe e al livello linguistico.
Potete trovare i Christmas Cards e i Christmas Finger Puppets nella sezione SCHEDE DIDATTICHE – categoria Festivities /Holidays o a questo link.
Quest’anno per Natale ho deciso di proporvi qualcosa di diverso: un’attività di storytelling sulla celebre storia dell’omino di pan di zenzero.
Ho scelto lo storytelling perché ha molti lati positivi. Innanzitutto permette l’acquisizione del linguaggio in modo inconscio. Inoltre avvicina i nostri alunni alla cultura della lingua che stanno studiando in modo accattivante e stimolante. Infine permette a noi insegnanti di uscire dalla routine della classica lezione con il libro di testo.
The Gingerbread man è una storia tradizionale inglese, che viene letta ai bambini nel periodo natalizio.
Parla della fuga del Gingerbread Man dalla casa dove è stato cucinato. Durante la fuga incontrerà vari personaggi che cercheranno di mangiarlo. Mi fermo qui, non voglio rovinarvi il finale!
La storia è molto lineare e ripetitiva, i personaggi sono pochi e la trama per niente complicata. Si presta perfettamente ad una lettura in classe. Io vi presenterò due versioni, quella più semplice, della collana Ladybird – Read it yourself, e quella leggermente più complicata, ma più completa e somigliante alla storia originale, della casa editrice Parragon. Va bene una qualsiasi versione, in rete ne ho trovate tantissime.
Il lavoro che ho pensato di svolgere è abbastanza corposo e richiederà senza dubbio alcune lezioni.
BEFORE READING – Prima ancora di leggere la storia è importante presentare i vocaboli nuovi e i personaggi della storia. Io lo farò tramite le flashcards a colori che ho preparato. Creeranno aspettativa negli alunni e metteranno le basi per un ascolto attivo.
TIME FOR READING – Ho intenzione di leggere la storia almeno due volte: la prima con il supporto delle flashcards e delle immagini del libro, la seconda coinvolgendo gli alunni. Abbinerò alcune key words a dei gesti o a dei versi, da riprodurre durante la lettura. Inoltre chiederò agli alunni di ripetere con me la frase:
“RUN, RUN, AS FAST AS YOU CAN! YOU CAN’T CATCH ME. I’M THE GINGERBREAD MAN!”
Un’alternativa potrebbe essere quella di far vedere un video. Ecco il link The Gingerbread Man Video.
AFTER READING – Per questa fase ho predisposto diverse attività. In primo luogo la costruzione di un GINGERBREAD MAN in cartoncino. Su quest’ultimo creerò una tasca trasparente, nella quale inserirò le diverse carte della storia. Ho preparato due versioni delle carte della storia: una con e l’altra senza testo, da scegliere in base all’età degli alunni. Le carte si possono incollare formando un libricino o tenere separate per far ricostruire le sequenze della storia.
A questo punto le attività possibili in coppia o a gruppi sono numerosissime. Dopo un’attività di ricostruzione della storia, io dividerò i miei alunni a gruppi e chiederò loro di mimare la storia.
Infine mi piacerebbe realizzare con loro la ricetta dei Gingerbread man cookies, per la quale ho già predisposto due fogli di lavoro. I biscotti poi diventeranno il lavoretto di Natale!
Non vedo l’ora di iniziare il lavoro sul Natale! E voi? VI sono piaciute le attività sulla storia The gingerbread man? Potete trovare il libro qui o qui. Tutti i materiali (Flashcards, libretto, ricetta) li potete scaricare in SCHEDE DIDATTICHE – Categoria FESTIVITIES o a questo link.
Autunno è sinonimo di castagne, uva, foglie gialle, arancioni e rosse, ricci e dell’immancabile zucca. Si vedono zucche ovunque in questo periodo dell’anno, quindi perché non sfruttare questa risorsa anche a scuola? Da qui l’idea di un PUMPKIN PROJECT. Affrontare il tema del susseguirsi delle stagioni avvicina i nostri alunni alla loro esperienza quotidiana fuori dalla scuola. Si crea così un collante tra scuola e vita che induce i bambini a non relegare ciò che apprendono alle sole otto ore scolastiche, aiutandoli a trovare delle motivazioni intrinseche all’apprendimento.
Affinché si possa parlare di una vera e propria attività CLIL (Content and Language Integrated Learning – per maggiori info https://www.jackpotato.it/vegetable-garden-project-unattivita-clil-nella-scuola-primaria/ ) sarebbe indicato svolgere queste attività nelle ore di scienze. Il fine ultimo di questa metodologia è infatti quello di insegnare un contenuto disciplinare in una lingua diversa dalla lingua madre. Per noi insegnanti della scuola primaria ciò può non essere così vincolante, proprio perché molte di noi insegnano più discipline. A me è capitato di svolgere progetti CLIL anche nelle ore di inglese, ma sarebbe meglio chiedere la collaborazione delle colleghe delle altre discipline.
Ma arriviamo al dunque.
Il Pumpkin Project è una sorta di libretto scomponibile in varie attività. Voi potrete facilmente sfruttare solo quelle che vi interessano oppure far completare ai vostri alunni l’intero libretto. Tutte le attività proposte prevedono una prima parte di osservazione della zucca diretta a gruppi o a coppie. Sarebbe bellissimo che ogni gruppo o ogni coppia avesse a disposizione una zucca da analizzare. Le attività da proporre sono infatti laboratoriali e il libretto ne rappresenta solo l’ultimo step, una sorta di consolidamento.
PARTS OF A PUMPKIN
In questa parte gli alunni sono chiamati a completare i cartellini con le parti della zucca.
PUMPKIN LIFE CYCLE
Il ciclo della zucca viene presentato con immagini e cartellini da completare. Segue la spiegazione di ogni passaggio con delle brevi frasi. Con gli alunni più grandi si potrebbe anche provare a costruirle in modo guidato.
PUMPKIN INVESTIGATION
La zucca viene descritta e analizzata. In questo lavoro gli alunni devono “sporcarsi le mani”. Al termine di quest’ultima attività dovrebbe essere previsto un momento di confronto e di presentazione dei risultati di ciascun gruppo di lavoro. Si potrebbe prevedere un cartellone o la costruzione di una breve presentazione power point da parte degli alunni stessi.
Per quanto riguarda la valutazione del progetto le stesse schede riadattate possono diventare una sorta di piccola verifica. In alternativa basterà la valutazione del lavoro di gruppo e della presentazione.
Spero che queste attività vi siano piaciute. Fateci sapere come intendete svilupparle o presentarle ai vostri alunni. Inviateci qualche foto, sarebbe bello pubblicarle sulla nostra pagina facebook.
Potete trovare il PUMPKIN PROJECT nella sezione SCHEDE DIDATTICHE – categoria FOOD, oppure a questo LINK.
Come promesso ad inizio anno, oggi vi racconterò brevemente il progetto Harry Potter che io e le mie splendide colleghe di quinta abbiamo realizzato nelle nostre classi. La nostra scuola non è nuova a progetti di questo tipo, già lo scorso anno Dorothy e il suo team hanno preso spunto dalle avventure del simpatico maghetto per le attività legate al periodo di Halloween. Senza il loro contributo il nostro progetto non sarebbe mai decollato! Trattandosi di un progetto interdisciplinare solo una parte delle attività verrà svolta in lingua inglese.
Ma veniamo a noi. Il progetto, partito in Settembre come accoglienza, si protrarrà tutto l’anno, e ad esso verrà dedicato un giorno al mese. L’idea di base è quella di utilizzare come sfondo integratore la storia di Harry Potter. Durante la prima settimana di scuola i bambini hanno ricevuto la loro lettera di ammissione alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. All’interno della busta abbiamo inserito anche il biglietto per l’Hogwarts Express. A questo link potete trovare una copia della lettera in inglese e il biglietto da stampare. Basterà registrarsi, il materiale è gratuito.
Il giorno successivo si è tenuta la SORTING HAT CERIMONY, attraverso la quale tutti gli alunni, travestiti da maghi, sono stati divisi nelle quattro case di Hogwarts: Ravenclaw (Corvonero), Slytherin (Serpeverde), Gryffindor (Grifondoro) e Hufflepluff (Tassorosso).
Da questo momento in poi sono partite le attività del progetto, con la presentazione della Coppa delle Case e la costruzione, insieme agli alunni, delle regole per l’assegnazione dei punti. Per tutta la prima settimana sono state svolte attività di ripasso a tema. Eccone un breve elenco suddiviso in base alla disciplina:
INGLESE: mini-lapbook di Harry e realizzazione di un vocabulary sul quaderno. Potete scaricare il file del mini-lapbook direttamente qui.
Per il ripasso di alcuni contenuti dello scorso anno (preposizioni di luogo, parti del corpo, orologio) ho realizzato un kahoot chiamato ENGLISH COMPETITION che potete trovare qui. Anche in questo caso è necessario registrarsi. L’applicazione Kahoot è uno strumento molto utile alla didattica. Per chi ancora non la conoscesse Dorothy ne ha parlato a questo link.
MATEMATICA: in rete abbiamo trovato questi materiali scaricabili gratuitamente. Noi ci siamo divertiti un mondo, nonostante le consegne siano in lingua inglese. Ho fatto svolgere autonomamente il sudoku mentre la seconda attività l’ho realizzata sul quaderno, sostituendo lo schema con una tabella più semplice.
ARTE/IMMAGINE: grazie a questo tutorial preso su pinterest abbiamo realizzato delle splendide bacchette personalizzate.
ITALIANO: comprensione di un breve testo tratto dal primo libro di Harry Potter.
MOTORIA: torneo di Quidditch. Abbiamo realizzato un semplice torneo di pallamano con due palloni morbidi (i bolidi) e una palla normale (pluffa). Scopo del gioco centrare con la pluffa i cerchi appesi al muro della palestra. Inutile raccontarvi l’entusiasmo dei nostri piccoli maghi!
SCIENZE: esperimento di pozioni. Potete trovare alcuni suggerimenti utili a questi link:
Al termine della prima settimana sono stati aggiornati i punteggi delle case e così sarà per ogni settimana fino alla fine dell’anno. Spero che abbiate trovato il progetto interessante, i nostri alunni ne sono entusiasti. Con l’avvicinarsi di Halloween qualcuna di queste idee potrà sicuramente tornarvi utile.
Oggi vi proponiamo una serie di attività per l’insegnamento dell’alfabeto inglese. Solitamente l’alphabet si introduce a partire dalla classe terza della scuola primaria e con esso è possibile avviare anche tutta una serie di attività di spelling. Lo spelling è una pratica poco usata in Italia, ma molto diffusa nei paesi anglosassoni, dove vengono organizzate delle vere e proprie competizioni. Consiste nell’enunciare lettera per lettera una parola. L’alfabeto però non è solo spelling, è possibile proporlo anche attraverso canzoni e giochi a squadre. Qui di seguito vi presenterò una serie di attività utili per la presentazione dell’alfabeto inglese.
ABC SONG : una semplice canzoncina per l’introduzione dell’alphabet che sarà utile ai bambini per memorizzare la corretta pronuncia dei suoni associati alle lettere.
ALPHABET MINI-CARDS: piccole carte dell’alfabeto da sistemare nel corretto ordine o da usare per comporre semplici parole.
BOGGLE GAME: il classico gioco del paroliere nella sua versione in lingua inglese. La scheda che ho preparato prevede due sessioni di gioco. Dividerò la classe a piccoli gruppi, ma è anche possibile proporlo individualmente a ciascun alunno. Lo scopo del gioco è quello di trovare il maggior numero di parole in un tempo prestabilito, al termine del quale verrà calcolato il punteggio. Ad ogni parola, in base al numero di lettere che la compongono, verranno assegnati dei punti. Io lo proverò associandolo alle ALPHABET MINI-CARDS per agevolare la costruzione delle parole.
ALPHABET BOARD GAME: al termine delle attività sull’alfabeto, come esercizio di consolidamento proporrò un gioco a squadre. Si tratta di una sorta di gioco dell’oca a tema alfabeto. Io l’ho stampato su un foglio A2, ma si può scegliere anche un formato più piccolo. Nel kit che vi ho preparato per il gioco, oltre al file per il cartellone, troverete le regole da stampare e leggere in classe e il dado. Al gioco sono associate delle carte da stampare: le question cards (carte domanda) e le mistery cards (carte misteriose). Le prime sono delle domande su spelling e alfabeto che metteranno a dura prova gli alunni, le seconde sono degli imprevisti o dei bonus.
Le Alphabet Mini-cards, il Boggle Game e l’Alphabet Board Game con le relative Alphabet Board Game Cards sono scaricabili nella sezione SCHEDE DIDATTICHE categoria ALPHABET.
Spero che il materiale vi piaccia! Vi aspettiamo sulla nostra pagina facebook!
Come prima attività di inglese del nuovo anno ho deciso di proporre una riflessione su un tema di scottante attualità. Mi riferisco ai tanto discussi compiti a casa, in inglese homework.
E voi? Siete favorevoli o contrari?
Le discussioni a tema compiti sono all’ordine del giorno su tutti i principali mezzi di comunicazione, dove si alternano opinioni contrastanti. Ma qualcuno ha mai chiesto il parere degli interessati? Noi insegnanti ci siamo mai presi l’impegno di spiegare il perché dei compiti ai nostri alunni? Io ho deciso di iniziare da loro, anche se negli anni ho sviluppato un mio punto di vista: favorevole sì, ma con moderazione. I miei alunni passano a scuola otto ore al giorno e ritengo che, in quanto bambini, abbiamo la necessità di giocare e passare del tempo con la propria famiglia. Per questo nel mio team abbiamo deciso di assegnare i compiti solo nel week end o di settimana in settimana, facendo nostro il motto “pochi ma buoni”. Ovviamente le opinioni in merito sono tantissime, se ne potrebbe parlare per giorni, ma in questo caso vorrei concentrarmi sui bambini.
Ho stabilito di proporre l’attività in modo simpatico e scherzoso partendo dalla lettura del testo illustrato “I DIDN’T DO MY HOMEWORK BECAUSE…” di Davide Cali e Benjamin Chaud. Me ne sono innamorata appena l’ho visto. Affronta il tema dei compiti attraverso le bugie esilaranti di un bambino con una fantasia, oserei dire, fuori dal comune. Scuse assurde e buffe si susseguono di pagina in pagina fino al finale, che sorprende. Mi sono divertita tantissimo a leggerlo e non vedo l’ora di proporlo di classe.
Il testo non è semplice, ma le illustrazioni possono agevolare la comprensione di tutto il vocabolario. Ho trovato anche un paio di video su youtube per l’ascolto in lingua della storia.
Come attività di rielaborazione e di riflessione ho preparato un piccolo minibook con cui ricollegarsi al libro e contemporaneamente iniziare una breve riflessione sui compiti.
Dopo la compilazione del libretto ogni alunno dovrà pensare alla propria esperienza grazie a delle domande stimolo, che faranno da sfondo ad una discussione di classe, da svolgere rigorosamente in cerchio.
Avete mai dimenticato di fare i compiti? Perché? Come vi siete sentiti? Perché, secondo voi, si danno i compiti? Come si sentono i bambini che li fanno sempre quando i compagni li dimenticano? Esistono solo compiti scolastici?
La discussione dovrebbe portarli non solo a riflettere sulle loro emozioni, ma anche a calarsi in un punto di vista diverso, favorendo l’empatia e la comprensione dell’altro. Lo scopo dovrebbe proprio essere quello di responsabilizzarli. A tal fine ho preparato anche dei bigliettini da incollare sul diario.
Il primo è un “Homework free pass”, un buono per non fare i compiti della settimana, da assegnare a chi si è impegnato con costanza nelle attività. Il secondo è un “Missing homework sheet” da incollare sul diario al posto della classica comunicazione alle famiglie. In questo caso l’alunno dovrà riflettere sul perché non ha svolto il compito e impegnarsi formalmente a recuperarlo entro un termine stabilito da lui.
Tutti i materiali li potete trovare in SCHEDE DIDATTICHE – categoria FESTIVITIES/HOLIDAYS o direttamente a questo link:
Dopo la lunga pausa estiva siamo tornate più cariche di prima. Manca veramente poco all’inizio del nuovo anno scolastico e non possiamo arrivare impreparate. La caccia a nuove idee e nuovi materiali è iniziata e noi come primo post dell’anno abbiamo deciso di proporvi un accattivante London Bus Tour Minibook, cioè unminibook sulla città di Londra.
Il London Bus Tour Minibook nasce dall’esigenza di coniugare alcuni degli aspetti della cultura inglese con le attività di classe. L’aspetto culturale viene a volte trascurato, ma risulta invece un utile strumento per entrare nel mondo della lingua che stiamo insegnando. Da dove iniziare se non dalla capitale del Regno Unito?
L’attività prevede un tour a quattro tappe delle principali attrazioni di Londra. Attraverso la costruzione di un libricino a forma di DOUBLE-DECKER, il tipico bus a due piani londinese, gli alunni impareranno a conoscere questa incantevole città.
Nel progettarlo ho ipotizzato di rivolgermi ad una classe quarta o quinta, cercando comunque di semplificare il più possibile i brevi testi. Essendo un lavoro abbastanza corposo credo che lo proporrò scaglionato in diverse lezioni. Così facendo potrò integrarlo con video o libri che metterò a disposizione dei bambini. Infatti il minibook sarà solo il risultato di un ben più ampio lavoro sulla cultura inglese.
Il London Bus Tour Minibook è inoltre uno strumento altamente flessibile. E’ possibile infatti farlo rientrare nelle attività del progetto accoglienza o farlo durare un intero quadrimestre, svolgerlo insieme agli alunni in classe o assegnare una ricerca a casa delle informazioni mancanti. A voi la scelta!
Le attività che vengono proposte spaziano dal completamento di testi al puzzle, dalla semplice lettura al disegno e alla visione di filmati. Non vedo l’ora di usarlo con i miei alunni. E voi? Vi è piaciuto il London Bus Tour Minibook? Fatecelo sapere sulla nostra pagina facebook https://www.facebook.com/Jack-Potato-1528362540805159/
Puoi trovare altri materiali per l’inizio della scuola a questi link:
La scuola è finita, c’è aria di vacanze, il tempo libero può finalmente dirsi tale. E’ il momento delle letture estive, nel vano tentativo di recuperare tutte quelle rimandate nel corso dell’anno, e tra un bagno e l’altro, a mente libera, si comincia a riflettere sul prossimo anno scolastico. Nuove idee e ricerca di validi sussidi permeano queste giornate di calma e riposo. Per facilitarvi le cose ho pensato di presentarvi MONSTER ENGLISH, una collana di libri di inglese per la didattica di tutti i giorni. Si tratta di cinque volumi, uno per ogni anno della scuola primaria, editi Erickson e curati da Sabrina Campregher.
Ogni volume presenta al suo interno cinque unità che si sviluppano in diverse tipologie di attività: esercizi di ascolto e pronuncia, di scrittura, di lettura e dei giochi per consolidare il lessico o le funzioni linguistiche apprese. Fanno da sfondo ai cinque volumi le avventure di Jason e Summer, due fratellini londinesi che si improvviseranno tutor per i loro amici monsters nell’insegnare loro la lingua inglese. Ogni unità segue un preciso schema, con la presentazione del lessico e un immediato esercizio di consolidamento. Seguono un breve dialogo per contestualizzare i termini appresi e degli esercizi correlati. Al termine del percorso sono previsti dei giochi a coppie o di gruppo che incentivano e allo stesso tempo valorizzano l’apprendimento tra pari. Emerge, nonostante la differenziazione delle attività proposte, un’impostazione comunicativa di base, che fornisce numerosi spunti per ulteriori attività di speaking e pronuncia.
Dal punto di vista grafico Monster English si presenta pulito, chiaro, schematico ma allo stesso tempo accattivante. Ottimo per gli alunni DSA, che in molti casi possono agire in totale autonomia. Funzionale anche il dizionario illustrato, che può diventare un utile strumento compensativo per tutti gli alunni in difficoltà e un valido strumento di ripasso per tutti gli studenti in generale.
Ma la vera novità di Monster English risiede nel salto verso il futuro che ci permette di compiere, ed è legata sia ai contenuti multimediali scaricabili, che alla presenza del QR-Code. Nel primo caso, attivando un codice presente nelle prime pagine del volume collegandosi al sito indicato è possibile scaricare materiali extra, soluzioni (molto utili per l’autovalutazione a casa) e file audio. Ma è l’introduzione del QR-Code che mi ha lasciato impressionata. Non mi era mai capitato di trovarne, quindi mi sono fatta trascinare dall’entusiasmo della novità.
Scaricando un’applicazione di lettura del codice (QR Code Reader) sul proprio tablet o smartphone (o su quelli della scuola) è possibile accedere direttamente ai contenuti audio del libro. Ci abbiamo provato anche noi in classe ed è stato un successo. Con il mio tablet e un semplice cavo di connessione allo stereo, siamo riusciti ad ascoltare i vari dialoghi che il testo proponeva. Accessibile e veloce il QR-Code richiede quindi una connessione internet (personale o della scuola).
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Anche se la scuola sta per terminare noi non ci fermiamo mai. In pochi sanno che tutti gli insegnanti nel mese di Giugno saranno alle prese con scrutini, pagelle, esami e interminabili riunioni. Perché non cominciare a pensare a qualche attività per il prossimo anno? Noi di Jackpotato abbiamo un sacco di progetti in serbo per voi. Per ora vi proponiamo quanto segue. Days, months e seasons sono argomenti che si trattano ciclicamente ogni anno e oggi vi presento delle schede e degli strumenti per progettare le vostre lezioni, utili anche come ripasso.
Io li ho presentati facendo ricorso ad una ruota, che aiuta a interiorizzare il significato di ciclicità e si presta come prezioso strumento per attività orali. La sua realizzazione è semplicissima, vi serviranno la scheda della ruota, un cartoncino e un fermacampione piccolo per ogni alunno.
Sulla ruota sono riportati i mesi e le stagioni corrispondenti, da colorare a piacere. A partire da essa, come lavoro a coppie, gli alunni si sono alternati nel formulare frasi ( January is in winter ) e domande/risposte ( Is January in summer? No, it isn’t ). Ho inoltre introdotto BEFORE e AFTER e svolto altri esercizi orali. Solo in un secondo momento, dopo il consolidamento della pronuncia, ho introdotto esercizi scritti. Alcuni di essi richiedono degli sforzi logici, per cui il mio consiglio è quello di svolgere con loro una prima parte, per poi farli continuare in autonomia.
Insieme ai months e alle seasons ho ripassato anche i days of the week, inserendo qualche apposito esercizio.
Nel pacchetto di schede su days – months – seasons troverete:
la ruota dei mesi e delle stagioni;
Una tabella sull’uso del BEFORE e AFTER
Una scheda di consolidamento sui mesi, che può essere usata anche in ottica valutativa.
Spero che questi materiali possano esservi utili! Li puoi trovare in SCHEDE DIDATTICHE – categoria DAYS – MONTHS – SEASONS
Ciao siamo Dorothy e Tatiana, due insegnanti della scuola primaria. Condividiamo la passione per l'insegnamento della lingua inglese, l'amore per i bambini e una sana dipendenza dalle cartolerie.
Jack Potato è il nostro piccolo archivio: raccoglie i nostri "esperimenti" didattici in classe, i materiali che produciamo e anche qualche spunto di riflessione. Benvenuto!
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