Promuovere la salute a scuola è uno dei tanti progetti d’Istituto presenti nella nostra scuola, da anni lavoriamo per fare in modo che gli alunni possano ricevere già alla primaria una formazione in termini di sicurezza e salute.
La scuola ha in primo luogo la responsabilità diretta di garantire la sicurezza degli studenti nell’ambito dell’istruzione, in particolare nella formazione professionale e tecnica che può presentare rischi specifici, e la responsabilità indiretta di preparare gli studenti alla vita futura e aiutandoli a sviluppare nel corso della carriera scolastica un maggior senso di responsabilità nei riguardi della sicurezza propria e altrui (MIUR 2009).
La sicurezza, e di conseguenza la salute, sono infatti parte integrante di tutti gli aspetti della vita quotidiana e professionale; l’attività scolastica nel suo insieme, offre spazi e interessanti opportunità per sviluppare le tematiche della sicurezza, del benessere psico-fisico e dell’assunzione di tali responsabilità.
Questi argomenti possono essere promossi adeguatamente attraverso un LAVORO INTERDISCIPLINARE che integri le tematiche di sicurezza e della salute nei percorsi d’istruzione e di cittadinanza attiva.
Le “Linee guida sulla promozione della salute nelle scuole” (IUHPE 2011) riconoscono alla scuola un contesto e un ruolo privilegiato per la promozione della salute.
La Carta di Bangkok sottolinea che la salute è una delle responsabilità fondamentali di tutti i governi e che il loro ruolo non dovrebbe essere ristretto solo al settore sanitario.
Inoltre sono sempre maggiori le evidenze che dimostrano che una scuola efficiente, alla quale i giovani si sento di appartenere può avere un impatto sul benessere e sulle disuguaglianze di salute.
I PRINCIPI DELLE SCUOLE CHE PROMUOVONO SALUTE, come il nostro Istituto Comprensivo devono:
promuovere la salute e il benessere dei propri studenti;
cercare di migliorare i risultati di apprendimento degli alunni;
sostenere i concetti di giustizia sociale ed equità;
fornire un ambiente sicuro e di supporto;
cliccando questo link troverete l’elenco completo dei principi e le linee guida per la promozione della SALUTE nelle scuole.
Dopo questa doverosa premessa, ti racconterò l’attività che ho pensato per i miei alunni della scuola primaria, nello specifico una classe seconda.
La referente della commissione d’inglese del nostro Istituto ha attribuito ad ogni classe l’argomento da sviluppare all’interno del progetto sicurezza, alle mie classi è capitato la chiamata d’emergenza.
Ho pensato subito ad un cell phone da costruire con un dialogo semplice da poter drammatizzare in classe. Per agevolare la comprensione delle dinamiche legate all’emergenza e rendere gli alunni più consapevoli, abbiamo svolto lo stesso lavoro prima in italiano.
Durante quest’attività abbiamo purtroppo scoperto che alcuni bambini non ricordavano l’indirizzo di casa o non avevano chiaro se il numero civico corrispondesse al numero del piano.
Anche se un’urgenza può avvenire al di fuori delle mura domestiche è importante che un bambino di 8 anni sappia riferire correttamente, all’operatore del 112, il proprio indirizzo in modo che possa intervenire nel più breve tempo possibile.
Per ampliare il lessico con termini che ricordano molto quelli in italiano quindi semplici da memorizzare, ho pensato alla scheda “EMERGENCY WORDS”. I bambini dovranno fare due cose:
ritagliare le immagini ed incollarle in corrispondenza dell’ombra corretta;
scrivere il nome sotto ad ogni immagine;
le 6 parole da sinistra a destra sono: AMBULANCE, MEDICINE, DOCTOR, CHECK-UP, HOSPITAL, PLASTER.
Manca davvero poco alla fine della scuola se non riuscirai a sviluppare quest’attività durante gli ultimi giorni credo si possa inserire bene anche all’interno di un progetto accoglienza. Spetta a te fare le giuste valutazioni.
Spero tu possa trovare interessante quest’idea e se decidessi di svolgerla nelle tue classi non dimenticarti di condividerla con noi sulla pagina di Facebook.
Come tutti gli anni Maggio arriva ingombrante, con tutto il suo carico di impegni, riunioni, pagelle, verifiche e chi più ne ha più ne metta. Non vi nascondo che a me genera ansia, ansia per quello che avrei voluto e dovuto proporre ma che in realtà non sono riuscita a fare. E’ il tempo dei bilanci, ma non solo. E’ anche il momento dell’anno più duro per i nostri alunni. Cominciano ad essere stanchi, fa caldo (o almeno dovrebbe) e tenerli seduti per tutto il giorno può risultare un’impresa. Per questo mi sono ripromessa, terminata l’ultima tornata di verifiche e valutazioni, di giocare il più possibile con loro. Il mio obiettivo sarà quello di consolidare il vocabolario trattato durante l’anno creando così basi solide per la seconda. Flippity, un’app di cui vi ho già parlato qui, mi è venuta ancora una volta in aiuto. Oltre ai classici giochi “English style” come crosswords, pairs, …. ho trovato un interessantissimo strumento per creare dei mega quiz di classe, il FLIPPITY QUIZ SHOW. Oggi vi voglio spiegare come ho fatto a realizzare un grande gioco a squadre per le mie classi prime. Siete pronti per la seconda puntata della rubrica ENGLISH TEACHER 2.0?
Come accennato in precedenza parleremo ancora di FLIPPITY, ma concentrandoci stavolta sulla costruzione di un quiz per le nostre classi. Crearne uno è semplicissimo, una volta arrivati sul sito flippity.net, sarà necessario seguire poche semplici mosse.
In primo luogo dovete accertarvi di possedere un account gmail. Una volta sul sito, cliccando su FLIPPITY QUIZ SHOW – TEMPLATE si aprirà una nuova pagina che vi consentirà di creare una copia del documento originale.
Quando sarete sul documento potrete rinominarlo e procedere alle modifiche che riterrete più opportune, scrivendo domande e risposte. Ogni colonna è dedicata ad un argomento. I punteggi del quiz vanno da 100 a 500 in senso verticale dall’alto verso il basso. Quindi la prima domanda avrà punteggio 100, la seconda 200 e cosi via. Non è necessario compilare tutte le colonne e tutte le righe. Nell’intestazione delle colonne e delle righe che non vorrete compilare è sufficiente mettere una x. Così facendo esse non compariranno nel quiz finale. E’ inoltre possibile aggiungere delle immagini digitando [[image: LINK DELL’IMMAGINE]]. In ogni caso nella sezione INSTRUCTIONS potrete trovare tutte le informazioni necessarie.
Una volta compilata la griglia dovrete pubblicare il quiz seguendo questo procedimento: FILE —>PUBBLICA SUL WEB —> PUBBLICA.
Ora che il vostro file è online cliccate su GET THE LINK HERE in basso a sinistra sulla pagina del quiz. Si aprirà una nuova pagina con il link del vostro quiz, che potrete salvare dove vorrete.
Conclusa la fase preparatoria non vi resta che sperimentarlo nelle vostre classi.
Dividerò la classe in diversi team (è possibile aggiungere altri team o rinominarli) ai quali fornirò una lavagnetta per dare le risposte contemporaneamente. I miei alunni di prima non sanno scrivere le parole in inglese, quindi dirò loro di scrivere la risposta corretta in italiano ma di dirmela in inglese. A scegliere la domanda iniziale sarà la prima squadra, abbinando l’argomento e il punteggio (animals 200 – numbers 500…). Dopo aver letto la domanda e lasciato il tempo per rispondere, l’insegnante dovrà cliccare su V se la risposta è corretta, su X se la riposta è sbagliata. Ad ogni risposta si guadagneranno o perderanno i punti corrispondenti alla domanda. Se la prima squadra a scegliere avrà risposto bene potrà indicare la successiva, in caso contrario il turno passerà alla prima squadra che nell’ordine dei team avrà risposto correttamente. Questo fino a quando il tabellone sarà completo e si potrà decretare il vincitore.
Questo strumento di FLIPPITY, il QUIZ SHOW, è veramente straordinario, lo userò spesso, soprattutto nelle classi più alte. Ho già in mente tantissime idee. Si potrebbe usare come parte finale di un progetto clil sulle materie di studio come storia o geografia, magari facendolo creare a gruppi e prevedendo una valutazione finale. Potrebbe essere un valido punto di partenza per realizzare un’attività a classi aperte. Un’altra applicazione potrebbe essere quella di far realizzare un quiz da sottoporre alla classe precedente. Insomma, come potete intuire, questo tool all’apparenza modesto e semplice può essere usato in molteplici modi a servizio di una didattica innovativa e coinvolgente.
Se vi è piaciuto l’articolo e pensate di usare flippity nelle vostre classi fateci sapere come è andata! Buon lavoro teachers!
Tra le mille idee in cantiere per Jack Potato c’era da tempo quella di un’attività di matematica in inglese. Da questi buoni propositi è nato l’Easter Math project. Non un vero e proprio CLIL, ma un’attività stimolante e utile all’apprendimento del calcolo, tutto in lingua straniera. Le ore ufficiali di inglese in prima non sono mai abbastanza, quindi mi piace contaminare le altre discipline con dei giochi e delle attività proprio in inglese. Con la matematica non mi ero ancora messa alla prova, perché non sperimentare allora? La vicinanza della Pasqua ha fatto il resto.
L’Easter Math project consiste in una Easter Egg Hunt, cioè una caccia alle uova, attività tipicamente inglese del periodo pasquale. In questo caso i nostri alunni potranno applicare la loro conoscenza dei numeri in inglese, il vocabolario relativo alla Pasqua e svilupperanno appunto le loro abilità di calcolo.
Dividerò la classe in 4 squadre: red team, yellow team, green team, pink team. I componenti di ogni squadra, a turno, dovranno recuperare un ovetto pasquale (modello apribile). Quando tutti gli ovetti saranno stati recuperati si procederà all’apertura e alla conta dei punteggi. E qui le cose si complicheranno. Dentro ogni ovetto colorato gli alunni troveranno delle figure relative alla pasqua. Ad ogni figura ho assegnato un punteggio, che può cambiare in base al livello di difficoltà scelto. Io per i miei “primini” ho scelto un livello basso, con numeri da 1 a 10, per consolidare il calcolo mentale.
Per supportare il calcolo di ogni gruppo ho preparato una tabella a doppia entrata. Sulla prima colonna verranno indicate le quantità relative ad ogni figura trovata nelle uova. Nella seconda invece gli alunni si dovranno cimentare nel calcolo vero e proprio riferito ad ogni immagine. Il punteggio finale verrà scritto sul cartellone dei punteggi. Il premio finale? Tanti cioccolatini per tutti.
Nel kit dell’Easter Math Project troverete:
45 uova da tagliare e inserire nelle uova apribili (se non le avete si può giocare comunque nascondendo le uova di carta);
la pagina dei punteggi da stampare sul cartellone;
la tabella a doppia entrata per supportare i vostri alunni nel calcolo dei punteggi.
Non vedo l’ora di provare questo gioco con i miei bimbi. E voi? Se le attività proposte vi sono piaciute e le volete provare nelle vostre classi condividete con noi le foto sulla pagina Facebook Jack Potato. Il kit è scaricabile gratuitamente qui o in SCHEDE DIDATTICHE, categoria FESTIVITIES/HOLIDAYS.
Potete trovare altre attività sulla Pasqua qui e qui.
Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare del celeberrimo libro di Carle e Martin Jr. Tutti lo conosciamo almeno per sentito dire, qualcuno benissimo, qualcuno meno.
Nei paesi anglofoni viene usato per le prime letture dei toddlers, cioè i bambini da 1 a 3 anni d’età. Qui da noi può diventare un ottimo spunto per conoscere gli animali e i colori in modo accattivante e naturale, attraverso la lettura ad alta voce dell’insegnante.
L’ho proposto nelle mie classi prime come attività ponte tra lo studio dei colori appena terminato e prima degli animali. L’abbiamo letto in cerchio dando la possibilità a loro di indovinare l’animale della pagina successiva. Vi assicuro che anche i bambini più distratti o stanchi, in men che non si dica, hanno cominciato a partecipare per indovinare l’animale. Non importa se non conoscevano il corrispettivo in inglese, tanto il libro ce lo avrebbe svelato di lì a poco. Ci siamo proprio divertiti e le immagini ci hanno senza dubbio aiutato.
Alla lettura ho voluto affiancare delle attività che mi permettessero da un lato di ricostruire le sequenze della storia e dall’altra di spronare i miei piccoli alunni all’uso della lingua. Impresa impossibile? Direi di no. Qualcuno ha subito memorizzato i termini aiutato dai colori ed è riuscito senza problemi a ripetere autonomamente la sequenza. Qualcuno avrà bisogno di più tempo, ma va bene così. Sono certa di avere piantato i primi semini. Per realizzare questa attività ho preparato un orsetto a fisarmonica con delle carte da colorare e incollare nel corretto ordine.
Ho svolto le attività in questo ordine e in più lezioni:
Lettura ad alta voce della storia e coloritura della scheda con le tesserine degli animali. Affinché non fosse solo un colorare fine a se stesso e per sfruttare al meglio la risicata ora settimanale di inglese abbiamo proceduto tutti insieme. Io formulavo la domanda WHAT COLOUR IS THE DOG? e loro rispondevano e coloravano.
Rilettura ad alta voce della storia e drammatizzazione con l’uso delle frasi della storia.
Visione del video in lingua alla LIM. Riordino delle sequenze e realizzazione dell’orsetto fisarmonica. Lavoro di rielaborazione successivo a coppie con racconto della storia.
Terminata questa prima parte ho voluto creare un collegamento interdisciplinare con matematica facendo una piccola indagine sull’animale preferito da svolgere tutti insieme e un gioco con i dadi sulle diverse combinazioni possibili tra animale e colore.
Ci siamo posizionati in cerchio e ogni bambino ha tirato i due dadi. Prima il dado con i colori e poi il dado con gli animali per abituarli all’idea del colore che precede il nome. Molti sono anche riusciti a pronunciare da soli l’abbinamento (blue cat, red horse…). Una volta tirati i dadi ogni bambino ha completato una tabella a doppia entrata da incollare sul quaderno e affiancata dal disegno degli animali colorati in base ai lanci (io ne ho fatti fare due ad alunno).
Un’ultima attività per consolidare il vocabolario è stata la realizzazione di un memory con delle mini cards colore/animale seguendo gli abbinamenti originali del libro.
Tutti i materiali che vi ho presentato li potete trovare qui. Se avete intenzione di utilizzare questi materiali nelle vostre classi condivideteli con noi sulla pagina facebook di Jack Potato.
Potete trovare altre attività sui colori qui e qui.
Come utilizzate le tecnologie nella vostra pratica d’aula?
LIM, computer, tablet e smartphone possono arricchire le nostre lezioni, ma solo se usate sapientemente. Troppe volte questi strumenti, dove presenti, diventano più dei soprammobili impolverati che dei veri aiuti per noi insegnanti. Le ragioni? Nel mio caso, presa dalla fretta, dalle numerose incombenze e scoraggiata dal malfunzionamento di strumenti obsoleti mi dimentico proprio della loro presenza. Preferisco sostituire la LIM con la lavagna in ardesia, che diciamocelo, a volte è più comoda, immediata e non dà troppi problemi. Ma è proprio così?
Per questo nuovo anno mi sono quindi riproposta di vincere la pigrizia e tornare a usare la LIM in modo intelligente, motivante e utile sia a me che ai miei alunni. Da questa riflessione è nata l’idea di creare una sorta di rubrica, ENGLISH TEACHER 2.0, per darci nuovi spunti e idee su come usare la tecnologia in classe. Di volta in volta analizzeremo un diverso tool funzionale alla didattica.
Il primo appuntamento della nuova rubrica Jack Potato ho deciso di dedicarlo a FLIPPITY (www.flippity.net). E’ un tool che permette di creare una serie di giochi che noi insegnanti di inglese conosciamo bene. Flashcards, matching, crossword, bingo, hangman, memory game e wordsearch sono solo alcune delle possibilità che offre Flippity.
Per entrare è sufficiente avere un account google. Una volta dentro appare un menù fisso con diverse opzioni di lavoro: flashcards, ….
Io ho provato a creare delle semplici flashcards sui colori cliccando su TEMPLATE in corrispondenza della categoria. Nella pagina che si apre automaticamente ho cliccato sul bottone CREA UNA COPIA e si è aperto un foglio di lavoro simile ad excel. Qui si devono apportare modifiche in base alle proprie esigenze. In corrispondenza di SIDE 1 ho inserito i nomi dei colori in inglese, in corrispondenza di SIDE 2 ho messo quelli in italiano.
Infine ho seguito questi semplici passaggi: file, pubblica sul web, tasto x, cambio foglio di lavoro andando su get the link here (in basso) ecliccare sul link. Si apre quindi la pagina con le flashcards che permette di sentire anche la pronuncia delle parole. In automatico si creano tutta una serie di giochi con cui coinvolgere gli alunni, proponendo una modalità di svolgimento a squadre. Alcuni giochi si possono fare direttamente sulla LIM, altri, come il crossword, devono essere stampati e incollati sul quaderno.
Non vi resta che partire con la vostra esplorazione di FLIPPITY! Una volta raggiunta una certa dimestichezza non potrete più farne a meno! Io ho trovato molto utile questo tutorial, che vi consiglio di seguire attentamente. Prossimamente analizzeremo altre possibilità di questo fantastico tool.
Lunedì 27 gennaio sarà il giorno della memoria, era da tempo che volevo preparare delle schede con brevi testi per trattare l’argomento anche in lingua inglese.
Finalmente attraverso delle comprensioni ho realizzato delle attività, da conservare per il futuro. Infatti le letture sono pensate per le classi quarte e quinte in quanto la traduzione non è immediata e sono presenti alcuni verbi al passato.
Non è semplice trovare la giusta chiave per raccontare questo periodo storico, così tragico, ai bambini della scuola primaria.
Il giorno della memoria, come sicuramente tante di voi fanno già, nelle nostre classi preferiamo veicolare le informazioni attraverso la lettura di una storia.
I bambini si immedesimano nei personaggi e comprendono i fatti sentendosi maggiormente coinvolti e la discussione, dopo la lettura, riesce ad essere guidata e gestita dall’insegnante senza risultare dispersiva.
La storia scelta per le schede che potrai scaricare oggi, è quella di Anne Frank.
nella PRIMA scheda troverai la descrizione della sua casa qualche info storica, cliccando QUI è anche possibile fare una visita virtuale della casa di Anne Frank ad Amsterdam;
nella SECONDA scheda invece troverai delle informazioni sulla stella di David e sul diario di Anne;
per gli alunni delle classi inferiori ho pensato potesse essere più semplice affrontare l’argomento focalizzando l’attenzione solo sulla famiglia di Anne Frank predisponendo la TERZA scheda: il suo albero genealogico;
infine a prescindere da ciò che sceglierai di fare, ho realizzato un POSTER (QUARTA scheda) di classe che potrai completare con i pensieri e i disegni emersi dal tipo di proposta che avrai deciso di portare avanti nelle tue classi.
TUTTE E 3 LE SCHEDE IN BIANCO E NERO E IL POSTER PUOI SCARICARLE IN:
Per i giorni che precedono le vacanze natalizie ho pensato di cominciare ad introdurre/ripassare (molti bambini li conoscono già bene) i numeri in inglese. Ovviamente tutto sotto forma di gioco. Siamo in prima e, sebbene le attività sui numeri in matematica siano già ben avviate, abbiamo formalizzato solo i primi numeri (5-6). Insieme ai numeri abbiamo però introdotto ordine crescente e decrescente.
Quindi perché non sfruttare queste attività per proporre una piccola lezione di inglese attraverso delle Christmas numbers activities?
Ho preparato delle semplicissime carte puzzle con numeri e immagini a tema natalizio da colorare e ritagliare. Io non ho avuto il tempo di plastificarle, ma sicuramente se avete più classi potrebbe essere una buona idea renderle “indistruttibili”. Una volta tagliate i vostri alunni potranno divertirsi a ricomporre le figure aiutandosi con i numeri, seguendo l’ordine crescente o decrescente. Le carte si prestano a innumerevoli usi, oggi vi voglio raccontare come le ho usate io nelle mie prime.
Ho diviso la classe in gruppi da 3/4 alunni e ho dato a ciascun gruppo una busta contenente tutte le carte tagliate e mischiate insieme. Poi ho chiesto di ricomporre le carte originali nel minor tempo possibile parlando solo in inglese. Stupiti dalla strana richiesta, all’inizio mi hanno guardato male, ma alla fine hanno capito che potevano usare anche i gesti per comunicare (oltre ai numeri e ai termini natalizi in inglese). Devo dire che si sono impegnati moltissimo. Una volta ricomposte le carte ogni gruppo doveva assicurarsi che tutti i suoi membri sapessero i numeri da 1 a 5/6. Infine ho fatto scegliere una carta a ciascuno da incollare e colorare sul quaderno.
Come attività di consolidamento ho preparato anche una scheda con quantità, cifre e numeri in parola da fare tutti insieme. Un primo approccio anche al numero scritto, ma senza scrivere veramente.
Se volete usare le Christmas numbers cards e la scheda di consolidamento potete scaricare tutto qui, oppure andare in SCHEDE DIDATTICHE, categoria festivities/holidays.
Fateci sapere come è andata sulla nostra pagina facebook.
Una Christmas jumper activity è indispensabile, ebbene sì, perché anche quest’anno ci siamo teachers! Mancano solo tre settimane al Natale, anche se settembre mi sembra ieri 🙁
Credo d’averlo detto per ogni attività collegata alle feste e non solo, ma tutte le volte arrivo al primo dicembre con l’acqua alla gola, perché si avvicina anche la fine del primo quadrimestre e oltre alla programmazione quotidiana, ci sono i colloqui con le famiglie ed è tempo di fare i primi bilanci.
Purtroppo il Natale non aspetta e le attese dei nostri alunni e delle loro famiglie, per celebrare quest’importante festa, non vanno deluse.
Già ci vedo, tutte prese con canzoni, addobbi e lavoretti! 🙂
Ci sono alcune colleghe, le fedelissime del Natale, che partono a settembre e chi invece si ritrova proprio stasera a digitare “Christmas craft” su google, ma alla fine come per magia, grazie ai nostri superpoteri, riusciamo pianificare un’attività perfetta che possa farci assaporare il piacevole clima di festa natalizio.
L’attività che ti proponiamo oggi è il divertente, esagerato e imbarazzante maglione di Natale, che più comunemente viene chiamato “Ugly Christmas Sweater”, ormai è conosciutissimo anche in Italia, pur essendo una “tradizione” anglosassone.
La maggior parte degli alunni delle mie classi ne possiede uno simile e lo riconoscono immediatamente perché l’hanno già visto nei vari film natalizi per famiglie e nei negozi.
E’ molto semplice, ti serviranno soltanto TREschede ========> SCARICABILI QUI <======== e un foglio A3 da piegare a metà. Ci sono 5 modelli di maglioni differenti.
L’introduzione al Coding in lingua inglese è stata una scelta quasi obbligata per risolvere la difficile gestione e progettazione delle attività di tecnologia nelle mie classi prime.
Come ho già scritto più volte, tra le discipline curricolari oltre all’inglese, matematica e scienze insegno anche tecnologia, purtroppo nel nostro plesso abbiamo un’aula IT un po’ datata.
L’anno scorso mi sono resa conto che l’unione tra 24 alunni di classe prima e i diversi problemi tecnici, da gestire all’istante, hanno reso piuttosto stressante l’unica ora settimanale di tecnologia.
Soltanto all’inizio di dicembre ho trovato la soluzione a questo problema grazie alla collaborazione di S. Lucia, gli alunni hanno ricevuto in regalo il robottino educativo parlante DOC della Clementoni, con il quale ho potuto iniziare un lavoro decisamente più coinvolgente.
DOC è un simpatico robot che offre un’introduzione semplice e intuitiva ai concetti base della programmazione.
Il bambini allenano il pensiero logico e l’intelligenza spaziale, esercitandosi a contare e decidendo come far muovere DOC per raggiungere i vari obiettivi distribuiti nella griglia del tabellone.
Basta premere i pulsanti sulla testa di DOC per fargli memorizzare una sequenza di azioni che eseguirà per muoversi nello spazio.
Trovo sia un approccio divertente e pratico alla vera programmazione informatica, attraverso la sperimentazione di più modalità di gioco a livelli di complessità crescente, partendo non dalla teoria ma dall’esperienza diretta.
Questa metodologia è innovativa, vede il numero non come concetto astratto, ma come strumento per interpretare la realtà e interagire concretamente con essa.
L’utilizzo di DOC unito alla piattaforma per apprendere gradualmente le fasi del Coding – studiocode.org, rispettano l’insegnamento STEM ovvero una scelta educativa volta ad incrementare la competitività in campo scientifico e tecnologico.
Prima di iniziare l’utilizzo di DOC, in classe attraverso il completamento di schede sul quaderno, avevamo già iniziato l’orientamento nello spazio attraverso l’uso di reticoli e la comprensione degli spostamenti guidati in uno spazio dato.
Unendo poi all’ora di tecnologia quella di inglese e grazie alla preziosa collaborazione dell’insegnante di sostegno è stato possibile dividere la classe in piccoli gruppi.
A rotazione gli alunni si alternavano in 4 diverse postazioni così organizzate:
ATTIVITA’ SUL QUADERNO: completamento di schede con reticoli di diverso livello prima in italiano poi in inglese. Tutto il percorso doveva essere scritto e ripetuto ad alta voce anche in LINGUA INGLESE con l’aiuto delle CARTE con le direzioni plastificate;
POSTAZIONE LIM: con il percorso formativo sul labirinto classico – studiocode.org ;
ATTIVITA’ PRATICA SVOLTA IN CORRIDOIO: gli alunni si muovono seguendo le indicazioni date dall’insegnante. L’obiettivo è raggiungere le tesserine disposte sul reticolo ricavato dalla delimitazione delle piastrelle. Obbligatori i comandi di inizio START e di fine STOP;
Reticolo in corridoio 1 – STOP
Reticolo in corridoio 2 – STOP
ATTIVITA’ CON IL ROBOTTINO DOC: gli alunni devono raggiungere i vari obiettivi distribuiti sulla griglia dei tabelloni, l’attività viene ripetuta dall’alunno ad alta voce in italiano e inglese aiutato dalle frecce plastificate.
E’ iniziato il conto alla rovescia per l’inizio del nuovo anno scolastico, fervono i preparativi e le idee nelle nostre teste si moltiplicano. E’ un periodo dell’anno che io adoro, in cui la ricerca di nuovi spunti diventa irrinunciabile, ma che porta con sé anche un uso dispendioso e talvolta folle delle nostre energie.
Per non arrivare alle prime settimane con le pile già scariche abbiamo deciso di lavorare per voi. Era da un po’ che avevo in mente questa BACK-TO-SCHOOL activity e la pausa estiva mi ha concesso di trovare il tempo per realizzarla. Così è nato ALL ABOUT ME Dodecahedron.
Si tratta di una rivisitazione in chiave 3D della classica scheda ALL ABOUT ME che prevede la realizzazione di un dodecaedro. All’interno di ogni faccia del dodecaedro i vostri alunni potranno descrivere una parte di sé attraverso la mediazione della lingua inglese. Il libro, il cibo e la materia preferiti, la propria famiglia, gli amici e gli hobbies sono solo alcune delle informazioni richieste in questa attività.
Una volta completati tutti gli spazi i ragazzi si potranno cimentare, da soli o aiutati da un compagno, nella realizzazione del dodecaedro. Conclusa la parte pratica ci si potrà concentrare sull’uso orale della lingua.
Ogni alunno, per estrazione, dovrà descrivere se stesso ai compagni formulando le frasi corrette. In alternativa sarà possibile svolgere un quiz nel quale un alunno, dopo aver pescato un dodecaedro a caso, dovrà rispondere alle domande formulate dai compagni. Questi ultimi dovranno invece indovinare di chi si tratta. Insomma una sorta di “indovina chi” della classe. Al termine del gioco si potranno appendere tutti i dodecaedri ad uno spago, per decorare la classe ancora spoglia dei primi giorni.
All about me dodecahedron è pensato per il ripasso iniziale ed è particolarmente adatto alle attività del progetto accoglienza.
Se avete intenzione di realizzare l’All about me dodecahedron dovrete procurarvi i seguenti materiali:
le due fotocopie del dodecaedro;
due cartoncini per incollare le fotocopie (senza il cartoncino rischia di rompersi ed essendo meno rigida la superficie da trattare risulta anche più complicata la sua realizzazione);
colori, colla e forbici;
spago.
Il procedimento per la realizzazione è invece il seguente:
completare e colorare le due fotocopie;
incollare le fotocopie sul cartoncino avendo cura di non tralasciare delle parti;
tagliare lungo i bordi esterni;
piegare tutte le alette e i lati del pentagono centrale in ognuna delle due fotocopie;
incollare prima la metà con meno alette e successivamente completare con l’altra metà, poco alla volta senza avere fretta;
inserire lo spago in uno spigolo dopo aver creato un piccolo nodo.
Conoscete il Progetto IBI/BEI? Si tratta di un progetto di istruzione bilingue di cui vogliamo scrivere da molto tempo. Quale miglior occasione se non quella di realizzare un’intervista con una delle pioniere di questo progetto in Italia? Abbiamo avuto modo di conoscere l’insegnante Silvana Daniele durante un recente corso di formazione. Non abbiamo saputo resistere alla tentazione. Lei ha risposto in modo esaustivo alle nostre domande, spalancando davanti a noi le porte di un mondo quasi utopico. Però no, non è solo un’illusione. Siete pronti? Lascio la parola a lei e al suo contagioso entusiasmo.
Buongiorno, puoi descriverci chi sei, qual è il tuo ruolo nella scuola e nel progetto IBI/ BEI?
Buongiorno a voi, mi chiamo Silvana Daniele e sono una docente di scuola primaria che da otto anni contribuisce a sviluppare un progetto di bilinguismo in lingua inglese nella scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Teodoro Ciresola di Milano, che è una delle sei scuole che hanno aderito e realizzato con successo la sperimentazione IBI/BEI proposta dal MIUR nel 2010.
Puoi raccontarci brevemente in cosa consiste questo progetto?
Iniziamo dall’acronimo IBI/BEI che corrisponde a Istruzione Bilingue Italia/Bilingual Education Italy. Si tratta di un progetto pilota di istruzione bilingue di durata quinquennale rivolto a bambini della scuola primaria a partire dall’anno scolastico 2010/11 e fino al 2014/15. Questo vuol dire che, alla fine del quinquennio indicato, il progetto cessa di essere sperimentale ma prosegue integrato a pieno titolo nel Piano dell’Offerta Formativa dei sei Istituti scolastici che hanno aderito all’iniziativa, i quali nascono e si costituiscono come scuole di rete IBI/BEI.
L’insegnamento bilingue precoce si pone come obiettivo quello di far acquisire agli alunni competenze disciplinari e promuovere contemporaneamente un importante e progressivo potenziamento delle abilità linguistico-comunicative nella lingua veicolare.
Nella specificità del progetto, l’insegnamento/apprendimento dell’intero curricolo di due discipline non linguistiche, Scienze e Geografia a cui trasversalmente si unisce Arte, vengono veicolate attraverso la lingua inglese a partire dalla classe prima e fino alla classe quinta della scuola primaria.
Come Istituto come siete venuti a conoscenza del progetto? Quali sono stati i requisiti di adesione?
Il progetto IBI/BEI nasce come progetto pilota di istruzione bilingue da un accordo siglato il 25 febbraio 2010 tra il MIUR – Direzione Generale per gli Ordinamenti e per l’Autonomia Scolastica, l’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia e il British Council Italia, conseguentemente a uno studio di fattibilità per l’Italia, finanziato dal British Council, che ha interessato diverse regioni italiane (Lombardia, Sardegna , Umbria) e si è concluso nel 2009. Di fatto, il progetto prende avvio in sole sei scuole della Lombardia, selezionate su 42 che avevano presentato richiesta, che hanno dimostrato di avere i requisiti, la capacità e la volontà dei singoli docenti coinvolti a dare vita a un progetto di istruzione bilingue.
Le scuole aderenti hanno dovuto impegnarsi a garantire l’approvazione e accettazione del progetto da parte del Collegio dei docenti e a rispettare i criteri dettati dal MIUR tra cui: assicurare la presenza di docenti con una competenza linguistica almeno di livello B2 del QCER, implementare il 25% dell’intero curricolo in lingua inglese, scegliendo di insegnare almeno due materie tra Scienze, Geografia e Arte in inglese, oltre alla literacy (letto-scrittura in lingua inglese), e dedicare un monte ore settimanale di non meno di 6/7 ore allo svolgimento del progetto.
Nella pratica quotidiana come si concretizza il lavoro della classe? Quali sono le metodologie didattiche utilizzate?
Per rispondere a questa domanda è necessario fare una premessa. Prima di iniziare il progetto IBI/BEI, i docenti pionieri, intendo dire quelli che hanno iniziato la sperimentazione e l’hanno portata a conclusione, sono stati inseriti in un programma di formazione linguistica e metodologica. La formazione è stata curata dal British Council e dall’USR Lombardia, sui testi dei maggiori specialisti dell’approccio metodologico CLIL (Content and Language Integrated Learning) e con la presentazione di attività già sperimentate in altri paesi, quali la Spagna, dove il BEP (Bilingual Education Spain) era già in corso dal 1996. Come è facile intuire, l’approccio metodologico di riferimento nella pratica dell’istruzione bilingue è il CLIL, che propone un insegnamento/apprendimento integrato di contenuti disciplinari veicolati per mezzo di una lingua seconda o straniera. Le strategie di intervento tipiche del BEI si basano sulle più moderne tecniche di apprendimento quali il cooperative learning, il peer tutoring, il learning by doing, il Total Physical Response a cui vengono associate attività di story-telling, finalizzate a introdurre i contenuti disciplinari in una modalità divertente, accattivante, coinvolgente e più accessibile ai bambini.
Come hanno reagito al progetto gli alunni e i genitori? E i colleghi?
Nella fase inziale del progetto i dubbi da parte dei genitori, ma in generale di tutti gli stakeholder (i soggetti coinvolti nel progetto) erano tanti. Anche noi come docenti pionieri non eravamo del tutto consapevoli dei risultati che avremmo conseguito. Comprendevamo la bontà del progetto e soprattutto prevedevamo le ottime ricadute di un accostamento precoce alla lingua inglese sui nostri alunni. Di contro, abbiamo dovuto fronteggiare, tra le tante difficoltà che si presentavano, anche la riluttanza di una parte di colleghi che opponeva resistenza verso questa proposta didattica alquanto innovativa. Alla luce di quanto accaduto, credo che il fatto di essere riusciti a portare a casa degli ottimi risultati sia dipeso anche e soprattutto dall’affiatato lavoro di squadra: ho avuto il piacere e la fortuna di lavorare in team con due fantastiche persone oltre che colleghe che meritano di essere citate, Letizia Maria Fossati e Maria Pia Fabbri, a cui sono legata da una grande stima professionale che nel corso degli anni si è trasformata in una profonda amicizia.
Se dovessi indicare con una percentuale le competenze linguistiche e quelle metodologico/didattiche nella preparazione di un docente per la buona riuscita del progetto che valore assegneresti a ciascuna delle due tipologie?
Onestamente, credo che entrambe le competenze siano importanti. La competenza linguistica è una conditio sine qua non, perché è necessario padroneggiare bene la lingua inglese e integrarla con la conoscenza della microlingua disciplinare per poter gestire la trattazione dei contenuti. Per il progetto IBI/BEI il livello richiesto è il B2 in riferimento al Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER).
D’altra parte, la competenza metodologica assume un ruolo chiave, importantissimo per la buona riuscita di un progetto bilingue. Precedentemente, ho accennato alla metodologia CLIL che è parte integrante del progetto. Fare didattica utilizzando la metodologia CLIL presuppone una seria formazione di base. Una lezione CLIL non si ferma alla sola trasposizione di un contenuto/argomento disciplinare in una lingua straniera veicolare. Essa va progettata minuziosamente attraverso un “Lesson plan” che deve contenere gli elementi essenziali che non devono mai mancare in un lavoro di progettazione.
In ogni caso, la metodologia deve essere piuttosto ludica, coinvolgente, partecipata, deve motivare gli alunni attraverso la proposta di attività significative che incontrino il loro interesse, perché i bambini devono capire l’importanza di ciò che viene loro proposto per prendervi parte.
A scopo esaustivo e per ulteriori approfondimenti sull’argomento rimando a due pubblicazioni “La GuidAgenda CLIL” di 4 e 5 della casa editrice Gaia Edizioni, di cui sono autrice insieme alla collega Letizia Maria Fossati.
Il progetto BEI è certamente molto corposo e impegnativo, sapresti quantificare il monte ore giornaliero di progettazione che si richiede ad un insegnante?
Come ho già detto, nell’affrontare questo importante impegno, il mio team non si è risparmiato. Abbiamo svolto un lavoro di squadra, oneroso, che per cinque anni ha impegnato anche i nostri weekend, con conseguenti ricadute sulle nostre famiglie. Il primo anno della sperimentazione, tutte noi facevamo tutto. Poi, andando avanti abbiamo organizzato sinergicamente il lavoro dividendoci i compiti.
Nel dibattito attuale legato al CLIL uno dei nodi problematici è legato all’insegnamento di una disciplina o di un argomento solo in lingua straniera. Alcuni credono che in questo modo si perda l’apprendimento del linguaggio specifico disciplinare in lingua madre. Cosa ne pensi?
Rispondo in modo molto determinato, perché convinta di quello che sto per dire. Non c’è alcuna perdita nei contenuti e nel lessico specifico disciplinare in lingua madre. Gli argomenti disciplinari che si intende presentare in inglese attraverso l’approccio CLIL non vanno assolutamente anticipati e tradotti in italiano per facilitarne la comprensione. Si andrebbe a snaturare quello che è il senso di tale proposta metodologica.
E’ l’esperienza che mi consente di essere così sicura di ciò che affermo. Il primo anno che abbiamo iniziato il progetto, uno dei dubbi dei genitori era proprio la preoccupazione che i loro bambini avrebbero perso nell’apprendimento dei contenuti e del lessico specifico disciplinare in italiano. Si sono dovuti ricredere. Vi faccio un esempio: se durante una lezione di geografia veicolata in inglese, l’insegnante parlando del Tevere lo chiama “Tiber”, indicandolo sulla mappa proiettata alla LIM, e aggiunge che questo è un fiume italiano importante che attraversa “the capital city of Italy, Rome …” e dopo qualche frazione di secondi sente uno dei suoi alunni che fa la traduzione simultanea in italiano di quanto ha appena affermato, mi spiegate cosa è accaduto? Semplicemente che tutti i bambini della classe stanno usufruendo dell’intuizione di un proprio compagno, imparando a denominare il Tevere sia in italiano che in inglese e non solo. Essi stanno rendendo significativo il loro apprendimento, perché stanno imparando a utilizzare la lingua inglese per apprendere dei contenuti e nello stesso tempo potenziano l’apprendimento della stessa. L’insegnante non ha motivo di spiegare i concetti anche in italiano, perché ricorrendo a strategie adeguate e avvalendosi del supporto di molte immagini e schemi, assicura il passaggio e la comprensione dei contenuti. Una delle figure più autorevoli nel campo del CLIL, quale è David Marsh, ci regala questa definizione molto chiara del CLIL: “Content and language integrated learning (CLIL) is a dual‐focused educational approach in which an additional language is used for the learning and teaching of both content and language.” Si intuisce, dunque, che nel processo di apprendimento/insegnamento in chiave CLIL il focus è duplice, poiché è sia sul contenuto che sulla lingua veicolare. Ciò che è emerso nel passaggio dei nostri alunni alla scuola secondaria di primo grado è stato che essi avevano acquisito un livello linguistico A2 (QCER), equiparabile a quello in uscita dalla terza media, e che rispetto ai pari che avevano seguito un percorso di studi “tradizionale” i contenuti disciplinari da essi acquisiti risultavano più approfonditi.
Credi che alla lunga l’apprendimento della lingua straniera possa trarre dei benefici dal progetto? Lo consiglieresti?
L’apprendimento di una lingua straniera, come già detto, trae dei grossi benefici dal progetto BEI. Sarebbe auspicabile che il progetto fosse proposto ancora più precocemente e cioè nella scuola dell’infanzia, così come avviene in Spagna.
Puoi indicarci i punti di forza e di debolezza, le opportunità e i rischi/pericoli del progetto?
Allo stato attuale è ancora possibile aderire al progetto? Se sì, come?
Il progetto IBI/BEI, sebbene continui a essere attuato nella scuola primaria dei sei Istituti Scolastici che hanno aderito alla sperimentazione, si è ufficialmente concluso nell’anno scolastico 2014/2015. Anche il progetto Eccellenza CLIL, che ha permesso la prosecuzione nella scuola secondaria di primo grado dell’esperienza maturata nella scuola primaria, si è concluso alla fine di quest’anno scolastico con ottimi risultati.
Allo stato attuale, le sei scuole di rete, denominate scuole BEI/Eccellenza CLIL, che continuano a portare avanti l’esperienza formativa bilingue, hanno aperto ad altri Istituti scolastici giungendo a costituire una rete di 20 scuole. Tutto ciò è stato possibile attraverso un’ufficiale regolamentazione da parte dell’USR della Lombardia che è intervenuto al fine di favorire il più possibile la diffusione e lo sprigionamento di buone pratiche innovative in campo didattico-educativo. Chiaramente, entrare a far parte di questa rete di scuole presuppone il possesso di determinati requisiti.
Vorrei concludere questa intervista affermando che il progetto IBI/BEI è stato e continua a essere “a breath of fresh air” ossia una boccata d’ossigeno per la scuola pubblica italiana.
Sono convinta che per conseguire dei buoni risultati nella nostra professione bisogna avere il coraggio di mettersi continuamente in gioco, di osare. Io l’ho fatto e continuo a desiderare di sperimentare sempre nuove strade per tenere accesa la passione per il mio lavoro e rendere la mia didattica piacevole e interessante ai miei alunni.
Non voglio aggiungere altro poiché credo che le parole di Silvana abbiano sapientemente raccontato il progetto e le sue diverse sfaccettature. A me è venuta voglia di fare parte di questo mondo. E a voi?
Eat a rainbow: un clil per promuovere la salute è un progetto realizzato quest’anno nelle mie classe prime.
La nostra scuola, l’Istituto Comprensivo Visconteo di Pandino, promuove la salute e come docenti possiamo scegliere di sviluppare nelle nostre classi progetti, ogni anno diversi, legati a tematiche come: la sicurezza, lo sport, cittadinanza, l’inclusione.
In prima purtroppo l’ora di lingua inglese è soltanto una quindi per creare più contesti di apprendimento in L2 spesso ho attinto alle ore di scienze, che sono diventate fondamentali per riuscire a coinvolgere maggiormente i miei numerosi alunni, sopratutto nelle prime ore della mattinata 🙂
Adesso ti spiego nel dettaglio le fasi del progetto: EAT A RAINBOW e perché ho scelto di realizzarlo.
Il programma di prima prevede l’insegnamento dei colours, una corretta alimentazione prevede una dieta ricca di frutta e verdura da consumarsi preferibilmente rispettando la stagionalità e i diversi colori, ognuno dei quali ha proprietà differenti.
L’attività è iniziata con la presentazione dell’arcobaleno e dei suoi colori, proiettando delle immagini alla LIM.
Cover per il quaderno
Gli alunni non hanno avuto difficoltà ad associare i diversi colori alla frutta e verdura, li ho trovati particolarmente coinvolti dall’argomento.
In quest’occasione, sempre oralmente, ho introdotto anche il lessico “fruits and vegetables” dicendo ed esempio LEMON IS YELLOW, BEANS ARE GREEN..
Per dare un ordine ai concetti ascoltati in classe, ho realizzato 3 schede da leggere, comprendere, colorare ed infine assemblare per CREARE un libretto da studiare, che è stato utile anche come strumento di verifica.
1 Materiale occorrente
2 Disposizione
3 Disposizione
LE SCHEDE A COLORI E IN BIANCO E NERO PER LA REALIZZAZIONE DEL LIBRETTO
Dopo una prima parte d’ascolto introduttiva, una successiva di rielaborazione e rinforzo attraverso la creazione del libretto, ho diviso la classe in gruppi da 4/5 bambini per vederli all’opera in attività di comprensione e speaking.
Con l’utilizzo delle falsh cards,che vedi qui sotto, gli alunni dovevano associare il giusto colore alla frutta e ripetere la semplice frase usata nel warm up: LEMON IS YELLOW, WATERMELON IS RED, BEANS ARE GREEN..ecc.
Queste immagini si prestano bene anche al gioco del memory, gli alunni devono creare le giuste coppie: frutto/verdura con il colore.
I molteplici usi delle falsh cards li trovi ben riassunti in QUESTO VIDEO ===> QUIche riguardo sempre volentieri per non rifare sempre le stesse attività.
Solo in una delle tre prime, in quella dove sono prevalente insieme alla mia collega Laura, come dolce conclusione del progetto, abbiamo preparato una macedonia in classe.
Sempre in gruppi gli alunni, hanno portato diversi frutti a scuola, ed hanno collaborato nello svolgimento delle diverse fasi del lavoro: lavaggio, taglio, spremitura del limone, riordino e pulizia.
Questo CLIL insieme al primo svolto sui cinque sensi sono state le attività più coinvolgenti che ho realizzato in quest’anno scolastico, ripensare a qualcosa che possa suscitare lo stesso interesse sarà complesso ma ci proveremo! Buona lettura e buone vacanze 🙂
Grazie alla collaborazione che abbiamo intrapreso con Open Minds – scuola d’inglese di Milano, oggi posso parlarti di MULTISENSORY ENGLISH, un corso di didattica multisensoriale dell’inglese.
Claudia Adamo, direttrice della scuola, ci ha proposto di partecipare a questo e ad altri corsi durante il mese di giugno, il momento ideale per noi maestre: abbiamo meno impegni e possiamo dedicarci alla nostra formazione con meno stress! 🙂
Documenteremo quanto appreso qui sul blog, raccontandoti l’applicazione concreta del metodo nelle nostre classi già da settembre/ottobre, così potrai farti un’idea chiara e completa di come questo percorso strutturato potrà aiutarti ad aiutare i tuoi alunni.
COME NASCE QUESTO CORSO
Il corso di didattica multisensoriale dell’inglese nasce dalla collaborazione tra Open Minds e l’Associazione VTHT, in particolare con la Prof. Porrino (docente presso l’Istituto Universitario di Bosisio Parini) che ha creato un metodo educativo pensato per accompagnare i bambini nella scolarizzazione (educazione alla corretta postura, impugnatura, schemi di visione corretti).
Il percorso propone una metodologia multisensoriale che evidenzia l’importanza di attivare i canali visivo, uditivo e motorio nell’acquisizione dei pre-requisiti e delle Abilità di Base.
Chi, come me, ha avuto una classe prima quest’anno si sarà reso conto che i bambini arrivano sempre più immaturi alla scuola primaria.
La mancanza di gioco libero all’aperto e l’abuso di strumenti come smartphone e tablet ha conseguenze sullo sviluppo visivo-motorio dei discenti.
I bambini hanno schemi motori e di consapevolezza corporea meno maturi, questo si percepisce in classe, dove appaiono meno organizzati, meno bravi a discriminare forme fisiche e a riconoscere l’orientamento spaziale degli oggetti.
OBIETTIVI DEL CORSO
Il metodo vuole creare un percorso strutturato per aiutare i bambini (fine scuola materna – inizio scuola primaria) a sedersi bene nel banco, impugnare correttamente la matita, sfruttare al meglio la propria attenzione.
Aiuta noi docenti a guardare bene e riconoscere la stanchezza negli occhi dei bambini per impostare un lezione adatta ai ritmi della classe prima che questa porti a conseguenze sull’apprendimento.
Ai docenti dà strumenti per educare questi aspetti e per riconoscere problematiche negli schemi visivi, oltre che dare consigli pratici su come disporre i banchi rispetto alla luce e alla lavagna, come valutare la postura dei bambini.
I docenti di Open Minds dopo avere intrapreso questa formazione ne hanno condiviso i principi e da qui è nata l’idea di creare un modulo di educazione multisensoriale in inglese attraverso la metodologia CLIL.
Gli alunni, in inglese, possono imparare il lessico di base, ascoltare una storia e contemporaneamente fare esercizi che li aiutino nel loro benessere psico -fisico a scuola.
I PUNTI TRATTATI DAL CORSO DI INGLESE MULTISENSORIALE sono:
Tecniche inclusive e coinvolgenti di insegnare inglese e fare CLIL
Bisogni educativi speciali e didattica inclusiva dell’inglese
Insegnamento dell’inglese utilizzando le schede visive: uso della percezione e memoria visiva per insegnare colori, forme e numeri (giochi ed attività pratiche)
Insegnamento dell’inglese utilizzando esercizi motori: schema corporeo, actions, posizioni nello spazio (giochi ed attività pratiche)
Criteri per rendere il CLIL il piu’ inclusivo possibile
Focus sullo storytelling come strumento inclusivo petr insegnare l’inglese.
Il corso è inserito in una cornice dedicata all’approfondimento delle basi teorico-pratiche dell’insegnamento inclusivo:
La suddivisione del corso e tutte le informazioni nel dettaglio le trovate sul volantino cliccando QUI
DURATA SCADENZA E COSTI
Il corso ha una durata di 20 ore (6 on line e 14 in presenza)
Le date in presenza saranno il 27 e 28 GIUGNO orario 9-17
Le iscrizioni sono aperte fino al 15 giugno purtroppo hai ancora POCHI GIORNI!
Per l’iscrizione dovrai compilare il modulo che trovi QUI
Il costo è di 110Euro ed è riconosciuto dal MIUR
Dove sarà? a Milano presso l’ISTITUTO COMPRENSIVO “Teodoro Ciresola” sede di Viale Brianza, 18 (Stazione Centrale)
POTRAI USUFRUIRE DI UNO SCONTO DEL 10% INDICANDO NEL MODULO CHE SEI UN LETTORE/LETTRICE DI JACK POTATO
Noi di Jack Potato ti aspettiamo, siamo curiose di intraprendere questo percorso e di poterlo poi applicare.
Sarà anche un’occasione per conoscerci 🙂 a presto!
Nell’ultimo periodo tra Open Minds e Jack Potato è nata una bellissima collaborazione, culminata in questo meraviglioso articolo che Claudia Adamo ha deciso di condividere con noi. Una coinvolgente proposta di teatro in lingua inglese. Speriamo che le sue parole possano entusiasmarvi come hanno fatto con noi! Buona lettura!
In questo ultimo mese di scuola in tante scuole fervono i lavori per la recita finale. Ho allora pensato di proporvi un testo semplice in inglese che può essere imparato nelle varie classi della scuola primaria. E’ bello che i bambini possano dimostrare ai genitori cosa hanno fatto in lingua. Inoltre fare teatro in inglese è sicuramente un modo favorevole per insegnare loro tante parole nuove.
Il fatto di doverle pronunciare ad alta voce costringerà tutti a dovere allenare una buona pronuncia: questo a mio avviso è davvero importante, perché automatizzare la pronuncia corretta delle parole aiuta non solo le abilità produttive, ma anche quelle ricettive. Se i bambini si abituano a dire le parole correttamente ad alta voce allenano gli schemi motori che permettono di “dire bene” le parole in inglese.
Nel teatro in lingua inglese ci sono tradizionalmente anche molte canzoni, che sono il modo più naturale per “ascoltare e riprodurre” la pronuncia corretta, aiutati dal ritmo e dalla musica.
Fare una recita in inglese, in altre parole, non è soltanto “dimostrare” ma anche maturare e perfezionare la conoscenza linguistica, con risultati a lungo termine.
Tra le tante recite che stiamo proponendo in varie scuole di Milano e dell’hinterland con i nostri docenti madrelingua, vi propongo una sequenza di semplici “play” sul tema dell’acqua. L’acqua è un tema veramente versatile, perché si può connettere con il programma di scienze (a latere per esempio di un progetto CLIL) oppure con il programma in inglese (weather and seasons).
Qui diamo le parti semplificate, da cui ogni insegnante può partire per ampliare la recita come desidera. Il testo è originale, scritto dai nostri maestri madrelingua, e può essere liberamente usato ed interpolato.
PRIMA E SECONDA
Per i bambini piccoli abbiamo creato un testo molto semplice, sulla base di argomenti che avevamo studiato già in classe e che tutti i bambini hanno imparato a conoscere, ovvero i colori ed il tempo atmosferico.
Topics: saluti, colori, weather (sun, snow, rain, rainbow), aggettivi di grado positivo;
Grammar: pronomi personali e verbo to be (I am/ you are)
Bambino1 „Hello, I am Mr. Sun!“ („Hello Mr. Sun!“)
„I am yellow and hot!“ („You are yellow and hot!“)
Bambino2 „Hello, I am Mrs. Snow!“ (other kids: „Hello Mrs. Snow!“)
„I am white and cold!“ („You are white and cold!”)
Bambino 3: „Hello, I am Mr. Rain!“ (other kids: „Hello Mr. Rain!“)
„I am wet! I am water!“ („You are wet and you are water!“)
Bambino 4: „Hello, I am Mrs. Rainbow!“ (other kids: „Hello Mrs. Rainbow!“)
„I am yellow! (you are yellow!) I am orange! (you are orange!) I am red! (you are red!) I am green! (you are green!) I am blue! (you are blue!) I am purple! (you are purple!)
Per i bambini piu’ grandi proponiamo una carrellata di città (i bambini si sono divertiti tantissimo a fare i fondali delle varie città del mondo), con il pretesto del viaggio di una curiosa gocciolina di pioggia, che decide di girare il mondo facendoci conoscere le particolarità del tempo atmosferico nelle varie città.
In questo „play“ ci sono più parti: gli insegnanti possono adattare il testo a seconda delle caratteristiche della loro classe, anche eventualmente aggiungendo o togliendo città (è un testo „modulare“). Il testo è originale e può essere liberamente modificato ed interpolato.
Per ogni singola città, oltre ai dialoghi, avevamo anche creato un cartellone del tempo.
Topics: saluti e presentazioni, domande e risposte, posti famosi delle città, aggettivi, pronomi personali+ verbo essere
(A curious raindrop went to see the world! It visits these cities making a local acquaintance in every city: London, Paris, New York, Tokyo, Moscow and returns to Milan to his friends and family. Between every scene, one of the kids walks on stage holding a poster that states „A FEW CLOUDS AWAY…“)
LONDON
Where am I?
Hi!
Good morning!
How do you do?
I’m Waterlina, nice to meet you!
I’m Smally Drop!
And I’m Droppy! Welcome to London!
Nice to meet you! I’m Dropson! Look at how many drops!
Oh yes, it rains a lot here!
You aaaalways take your umbrella!
We’ll show you London, it’s incredible!
There is the London bridge!
Wow, it’s very beautiful!
It really is!
And we have a queen!
Queen Elizabeth the second!
And this is her house, Buckingham palace!
Look! Hogwarts!
Nooo! Harry Potter’s castle??
I read all the books and watched all the films! It’s very, very cool!
Thank you for this visit, London is wonderful!
PARIS
Look! A tourist drop!
Hi! I’m Luc, and you’re in Paris! The city of lights!
Oh la la, Paris c’est magnifique! I’m Chloé, enchanté!
Ciao, I’m Dropson, from Milan!
Do you want to come with us to the stadium?
Yeah, PSG is playing against Liverpool!
Wow, sure! Let’s go!
…
This is so much fun, to win 5 – 0 is impressive!
Look, it’s Neymar!
Hi! Did you like the game?
YES!
Can I have your autograph? You’re my idol!
Me too!
Me three!
I will show you the city! Let’s go to the Eiffel tower!
Let’s go!
NEW YORK
Excuse me, excuse me!
Yes?
Is this New York?
Of course!
What else?
Then why is it called the Big Apple, it doesn’t look like an apple!
Eh, who knows!
It’s a mystery!
Where are you from?
I’m Dropson from Milan! Are there some football stadiums too here?
Yes!! Come with us!
But… This is not football, the ball is oval, it’s not round!
Exactly!
And the players have defensive helmets!
Of course!
Are you sure this is football? I thought of Messi, Neymar, Ronaldo…
Oooooh you mean soccer?
Nahh, that’s not cool.
Come on, let’s go to Times square, you must see Manhattan…
And Central Park…
And the Empire State Building…
And… (they exit)
RIO DE JANEIRO
Wooaaah, what is this music??
Olá! I’m Angela, welcome to Brazil!
You are just in time, today is the first day of Carnival!
Yes! We like to dance samba!
Wow, what is samba?
Samba is music…
… and dancing…
… and life!
Brazilian drops love to samba!
But we also love to play football!
Oooh, I love football!
You MUST see our stadium, Maracanã! It’s huuuuge!
And also our favourite beach, Copacabana!
What do you prefer, swimming or playing football?
Hmmm, difficult choice!
Let’s go to the beach now…
… and in the afternoon we go to the stadium!
I hope you have your bathing suit!
Let’s go! (takes out his swimming goggles)
TOKYO
Swimming in Brazil was great! But where am I now?
Konnichiwa! My name is Ryan-san! Welcome to Japan!
The land of the rising sun! I’m Simo-san!
And I’m Dropson, from Italy!
What would you like to visit?
We have supermodern buildings…
Old japanese tea rooms…
We can watch the new Godzilla film…
Or have a nice sushi!
Sushi? Did you say sushi? It’s my favourite food!
Great! Let’s go!
MOSCOW
Brrrrrrrr why is it so cold here???
We’re in Moscow!
It’s very cold, but also very beautiful!
My name is Dropoi!
And I’m Vodkadrop! I’m a very funny drop, I go to parties all the time!
Do you want to see the CSKA stadium?
No more stadiums, thank you! But I am curious about your city!
Let’s go to the Red Square and eat!
Let’s eat bliny! They are Russian pancakes!
Yummyyy!
Let’s go!
MILAN
Dropson, where were you?
I had so much fun around the world! I started in London where I saw the London bridge and Buckingham palace, then I went to Paris…
Let me guess, you saw the Eiffel tower?
Yes! And I met Neymar!
Yeah sure, and I had coffee with Cristiano Ronaldo!
You have surely seen New York?
Yes! And Rio! Wow it’s so hot there! I went for a swim!
Ah, I can imagine, so in Brazil it’s hot?
While here in Milan it’s cold?
Suuuuuure (ironically)
Exactly! And then I had sushi in Japan! Oh, and in Moscow it was freeeeezing!
Ah you went to Moscow too!
And Japan! Of course!
Well, when you’ll want to be serious, give us a call.
We’ll be waiting. (they go away)
(confused) Raindrops are so complicated!
Canzoni sul tempo atmosferico
Accanto alle attività di teatro in lingua inglese, i bambini hanno imparato diverse canzoni che hanno per tema il tempo atmosferico.
Dame e cavalieri per un giorno tradotto in “guides for a day, è stato il titolo del video e del progetto condiviso sulla community etwinning che mi ha portata a vincere la medaglia d’argento al concorso:La scuola adotta un monumento.
Due anni fa su consiglio del mio Dirigente Scolastico, per la scelta dell’argomento da trattare per il mio anno di prova, ho deciso di tenere in considerazione la possibilità di partecipare a questa “sfida”: partecipare al concorso, adottare e quindi intraprendere un progetto della durata di un anno, valorizzando uno dei monumenti più importanti del nostro territorio, il Castello Visconteo di Pandino.
In quel ciclo insegnavo matematica e inglese in tre classi quindi l’unico modo per affrontare gli argomenti di storia e geografia, che non erano annoverati tra gli argomenti delle materie che insegnavo, era farlo in lingua inglese.
La piattaforma etwinning mi ha permesso di condividere il concorso e di trovare una scuola partner greca, di Atene, con la quale abbiamo condiviso le informazioni sul castello in lingua inglese utilizzando le tecnologie e coinvolgendo gli alunni in prima persona nella realizzazione di video, presentazioni e materiali, da postare on line sulla piattaforma.
La nostra scuola sorge proprio di fronte al Castello Visconteo di Pandino, un bene architettonico risalente al trecento.
Gli alunni del nostro istituto possono usufruire della disponibilità della guida per delle brevi uscite e visitare il castello nei periodi meno affollati.
Durante le diverse visite fatte al monumento gli alunni si sono dovuti documentare, prendendo appunti e scattando foto e brevi video che poi hanno utilizzato per la condivisione sulla piattaforma.
La scuola greca ha fatto lo stesso per due dei simboli sacri dell’intera umanità, l’Acropoli e il Partenone, è stata un’esperienza unica, poter apprendere attraverso dei pari di una nazione diversa, che hanno saputo coinvolgere i miei alunni in un modo irripetibile!
Per tenere traccia di tutte le informazioni annotate durante le uscite e nelle lezioni, dove ho privilegiato una didattica laboratoriale ed esperienziale, abbiamo creato un quaderno apposito: uno scrapbook
Lo scrapbook ha raccolto TUTTO QUELLO CHE SERVIVA AI MIEI ALUNNI PER IMMAGINARSI GUIDE PER UN GIORNO;
la planimetria del castello in formato A4 arricchita dalle immagini e da una semplice legenda bilingue;
mappa, posizionamento del monumento rispetto al territorio;
parti del castello, schede trovate su TWINKL – il Labelled Diagram of Castle e altri materiali a tema con dame e cavalieri sono FREE PRINTABLES.
canzone introduttiva delle attività – King on his throne =>link al video, la scheda del testo della canzone è una risorsa ACLE
informazioni sulla famiglia Visconti e sugli stemmi delle casate;
l’evoluzione del castello negli anni, com’era e com’è, comprensione e studio dei testi storici;
nomenclatura e breve descrizione delle stanze principali;
materiale costruito su misura per la conversazione in L2, riproduzione di una semplice mappa in scala per dare indicazioni ai nostri partner greci;
cibo/food, traduzione di un’antica ricetta di biscotti medievali e preparazione in classe;
costumi/abiti del tempo, costruzione di due paper dools – dama e cavaliere per agevolare la conversazione in piccolo gruppo;
conclusione del lavoro con la stesura del “CASTELMANIFESTO”, una presa di consapevolezza e promessa di fedeltà al monumento adottato;
realizzazione del video all’interno del monumento, requisito indispensabile per partecipare al concorso, tutti i costumi sono stati realizzati manualmente con lenzuola cartone, tempere e tanta creatività. 🙂
adottare un monumento non significa solo conoscerlo ma anche prenderlo sotto tutela spirituale e dunque sottrarlo all’oblio e al degrado, averne cura, tutelarne la conservazione, diffonderne la conoscenza, promuoverne la valorizzazione
In sostanza ho cercato di coinvolgere i miei alunni rendendoli responsabili nei confronti di un bene architettonico che sentono parte della loro quotidianità.
Dare loro il compito di fare da guide virtuali per i compagni partner di Atene ha aumentato il loro entusiasmo e ha permesso ad una sana competitività di fare emergere anche gli alunni meno spontanei e più introversi.
Questo è stato, fino ad oggi, il progetto più grande ed impegnativo che abbia mai pensato e realizzato con una classe, anche le soddisfazioni sono state uniche 🙂
IDEE CRAFT PER REALIZZARE CASTELLI DI CARTONE CON MATERIALE DI RECUPERO
Oggi ti raccontato soltanto una parte, quella legata al castello, manca tutto il lavoro svolto e inerente ai due monumenti greci. Farò un altro post in merito, potrebbe essere utile per chi avesse in mente un clil sull’antica Grecia e gli Dei dell’Olimpo.
Abbiamo già parlato di un altro progetto legato all’anno di prova QUI
Gli antichi Egizi sono un argomento che gli alunni di quarta affrontano sempre con grande interesse. Le piramidi, i faraoni, gli dei, il Nilo, la mummificazione…sono elementi di una tra le civiltà più antiche che si conoscono. Perché non sfruttare questa motivazione per un progetto CLIL in inglese? Ecco come è nata l’idea di A trip in Ancient Egypt.
Dietro un progetto CLIL c’è un carico di lavoro non indifferente, ma i risultati sia in termini di interesse, che in termini linguistici e di contenuti acquisiti giustificano la fatica iniziale. Qui però tralascerò la fase di progettazione per raccontarvi alcune delle attività che ho proposto. In questo progetto ho deciso di usare molto le tecnologie, cercando di rendere le mie lezioni interattive.
Tutte le lezioni di A TRIP IN ANCIENT EGYPT sono partite con un video trovato in rete che ho particolarmente apprezzato. E’ infatti completo e ben strutturato. Eccolo qui sotto:
1. WHERE? WHEN? : dopo la visione dei primi minuti di video abbiamo disegnato una mappa dell’antico Egitto tutti insieme sul quaderno. In un secondo momento gli alunni, divisi in gruppi, hanno costruito una timeline.
2. SOCIAL CLASSES : gli alunni, divisi in gruppi, hanno costruito la piramide 3D delle classi sociali. In questa attività io ho fatto costruire anche la piramide, ricollegandomi alla programmazione di geometria. Perché non risultasse troppo piccola o fragile ho usato dei cartelloni di cartoncino bianco.
La British Royal Family è un argomento di attualità che desta sempre interesse.
La regina Elisabetta e le vicende famigliari dei suoi nipoti, di cui si parla spesso alla TV e sui giornali, non passano inosservati ai bambini più attenti e curiosi.
E’ da qualche anno che, in classe, parlo principalmente della Regina insieme alla sua dimora Buckingham Palace perché purtroppo non ho mai trovato delle attività complete e attuali sulla famiglia reale al completo.
Per questo motivo ho deciso di crearle da sola!
Ho cercato di creare dei materiali che fossero coinvolgenti e non solo una mera lettura e comprensione di informazioni in L2, credo che la parte delle tradizioni, prevista dal programma di inglese, se ben pensata e strutturata possa dare grandi soddisfazioni.
un Conversation Cube da costruire e utilizzare per delle attività di coppia o piccolo gruppo (prima di utilizzare questo strumento consiglio di ripassare il lessico relativo alla family, i rapporti di parentela).
Ti descrivo brevemente la costruzione del mini book, anche se è davvero molto semplice ed intuitiva, la prima pagina quella con la Regina Elisabetta presenta un tratteggio al centro NON RITAGLIARLO.
La prima pagina con la Regina, Philip e Diana non va ritagliata in nessun punto devi solo piegare e incollare alla pagina successiva.
Per costruire il libretto dovrai piegare la striscia grigia all’esterno e la parte con le scritte verso l’interno, dove ci sono le immagini.
L’unica parte da ritagliare sarà quella bianca del foglio in eccedenza, il libretto è a scalare il foglio più lungo sarà l’ultimo e quello più corto il primo. In totale sono 5 pagine, nella sezione download saranno numerate.
Ogni file pdf sarà numerato così non potrai sbagliare, per quanto riguarda la copertina, potrai fare affidamento sulle doti artistiche dei tuoi alunni.
Spero sia tutto chiaro, e che l’attività ti piaccia, aspettiamo i tuoi commenti e se non l’hai ancora fatto vieni a visitare la nostra pagina Facebook.
L’uso dei verbi in una lingua straniera non è mai semplice. Per dei bambini alle prime armi con l’apprendimento dell’inglese ancora meno. Ma ahimè, non se ne può proprio fare a meno se non si vuole ridurre tutto alla mera ripetizione di vocaboli. Infatti uno degli scopi principali nell’insegnamento della lingua inglese, se non il più importante, è quello comunicativo. Alla scuola primaria si insegnano prevalentemente le forme verbali al tempo presente semplice. Oggi ci focalizzeremo sul verbo avere.
Come facilitarne l’apprendimento? Come non renderlo troppo “accademico”? Attraverso una via naturale per il bambino, quella del gioco. In questo post cercherò di raccontarvi come ho impostato l’attività nelle mie classi. Ho preparato una serie di materiali che mi sono stati molto utili per coinvolgere i miei alunni, che si sono proprio divertiti!
Il kit comprende una serie di cartellini di diverso colore per facilitare la formazione di frasi. Cartellini con pronomi personali, con verbo avere e con complementi oggetto (in questo ultimo caso ho usato gli oggetti scolastici, ma ho predisposto dei cartellini in bianco per scrivere altri oggetti in base alle esigenze).
Si può stampare un kit per ogni alunno in modo che si possa esercitare anche a casa o un kit per ogni gruppo di lavoro (coppie o gruppi di 3-4 alunni). Inizialmente ho proposto la formazione di semplici frasi dette da me in inglese. Poi per diversificare l’attività ho chiesto ai bambini di formarle partendo da una mia richiesta in italiano. Come variante è possibile inoltre chiamare a turno gli alunni chiedendo loro di prendere il nostro posto. Infine abbiamo dato vita ad una vera e propria sfida, con tanto di punteggi e di vincitori (1 punto per le frasi affermative, 2 punti per le frasi negative, 3 punti per le frasi interrogative).
In una lezione differente ho proposto invece dei giochi a tempo:
formare delle frasi usando il maggior numero di cartellini possibili una sola volta (15 minuti);
scrivere il maggior numero di frasi possibile sul quaderno usando i cartellini. Ogni cartellino può essere usato anche più di una volta (10 minuti).
Il kit comprende inoltre le tavole sul verbo avere a colori in forma estesa e contratta e un altro file con le tavole in bianco e nero complete, parzialmente complete o vuote. In questo modo i vostri alunni potranno cimentarsi nel loro completamento autovalutando il loro apprendimento.
Spero che questi materiali possano esservi utili, fateci sapere se e come li avete usati.
U.S.A CLIL Project è un progetto realizzato l’anno scorso nelle classi quinte, le attività sono iniziate a settembre durante i primi giorni di scuola sviluppandosi per tutto il primo quadrimestre.
Tra le tematiche salienti che abbiamo trattato in classe ci sono alcuni dei simboli degli Stati Uniti, tra questi: la Statua della Libertà, la bandiera -stars and stripes.
Non mancano anche alcune informazioni geo-politiche come la suddivisione dei 50 stati, i principali facts e una semplice biografia del nuovo presidente Donald Trump.
Altri ambiti, come gli sports, sono stati accennati e introdotti principalmente attraverso l’uso delle immagini e di alcuni video riguardanti la vita di alcuni giocatori di fama mondiale.
In realtà non ho utilizzato l’U.S.A. CLIL project che oggi troverai nella sezione download SCHEDE DIDATTICHE – CULTURE, ma una serie di schede della LANG, collage fatti con libri di diversi editori e brevi testi scritti al momento, che poi ho deciso di raggruppare in un unico lavoro.
Oltre a Donald Trump abbiamo affrontato una lezione presentando il presidente uscente Barack Obama, in quanto tutto il progetto è partito dalla lettura di un discorso fatto dallo stesso Obama proprio in una scuola primaria all’inizio del nuovo anno scolastico.
Sarà sicuramente un CLIL che riproporrò nelle mie classi perché ai bambini è piaciuto molto, ne ho avuto un riscontro positivo fin da subito.
Nel CLIL PROJECT scaricabile troverai:
una scheda bio di Donald Trumpcon domande per la comprensione;
attività pratica: pop-up template di Donald Trump dove scrivere i 4 punti salienti della sua bio;
scheda di comprensione, più attività pratica per la bandiera americana;
scheda della Statua della Libertà da completare con gli anagrammi;
breve teso di comprensione sulla Statua della Libertà con gli anagrammi delle parole da inserire;
due mappe U.S.A, una a colori e una in bianco e nero, per realizzare un puzzle, potrai stamparlo in diversi formati. Noi ne abbiamo fatti due, un poster per la classe e un A4 per creare il puzzle a coppie;
scheda da completare, a coppie, con l’elenco dei nomi dei 50 stati;
scheda facts about U.S.A e confronto- compare con l’Italia;
U.S.A craft ( vedi le immagini);
tutto l’occorrente per realizzare un mini book a scaletta che riassume i principali argomenti trattati.
IDEE CRAFT
RISULTATO FINALE MINIBOOK A SCALETTA
Ti consiglio di alternare alle attività di lettura e comprensione, che sono più impegnative, quelle pratiche di coloritura, art and craft o lavori a coppie.
Quando ho presentato la bandiera ricordo d’avere parlato anche dell’inno nazionale “The Star – Spangled Banner” per rendere l’idea del patriottismo americano, unito allo sport, abbiamo visto insieme le migliori performance canore delle pop star al Superbowl.
Sono video emozionanti che rendono bene l’idea dello spirito americano, inoltre on line è possibile fare dei virtual tour di alcune Primary School ho trovato delle foto interessanti QUI – anche quest’attività è coinvolgente ed è un ottimo spunto di conversazione partendo dal confronto con le nostre aule.
Spero che dalla lettura del post di oggi tu possa trarre l’ispirazione per iniziare all meglio in 2018.
Un CLIL di scienze sui cinque sensi è la proposta Jack Potato di oggi.
Consiste in una raccolta di 5 schede da utilizzare come supporto per condurre più lezioni di scienze in lingua inglese suddivise in: vista, udito, olfatto, tatto e gusto.
Nelle mie attuali classi prime ho affrontato l’argomento solo in lingua italiana strutturando per il futuro le stesse schede che potrai scaricare oggi.
Durante le ore di scienze ho introdotto l’argomento attraverso la lettura della fiaba di cappuccetto rosso, utilizzando il testo che vedi nelle immagini, (Cappuccetto rosso di Christian Guibbaud , fiabe da toccare di Franco Cosimo Panini).
Trovo questo testo utilissimo perché ogni organo di senso è ben rappresentato ed è tattile: le orecchie del lupo sono pelose, gli occhi si muovono e la bocca si apre e chiude.
Se vorrai osare partendo dalla lettura della fiaba in inglese ti consiglio un’edizione della Giunti, che uso da sempre, con cd e attività di comprensione, così potrai introdurre gli organi di senso già in lingua inglese con un’attività coinvolgente.
Leggendo un dei mie blog preferiti, The Stem Laboratory, che consiglio anche per le attività di matematica, ho trovato delle schede perfette per giocare a bingo e a memory (in coppia) con i cinque sensi, per acquisire i nuovi termini in inglese.
Le schede non sono pensate per la mera descrizione degli oggetti e per una ripetizione mnemonica del nuovo lessico, ma tutto è pensato per associare ad ogni senso delle attività pratiche.
Per l’olfatto ho portato a scuola una borsa piena di frutta, spezie, essenze che i bambini dovevano provare a riconoscere ad occhi chiusi, cercando di dire almeno il colore in inglese.
Quando ho introdotto l’udito ho utilizzato i diversi strumenti a percussione, fiato e una chitarra, per la vista ho fatto osservare i cambiamenti dei colori e delle piante portando i bambini in giardino, introducendo così anche il ciclo delle stagioni.
Ogni insegnante poi potrà valutare quale esperienza sia meglio approfondire in base anche al riscontro con i propri alunni.
Come sempre ti ricordo che tutte le novità potrai trovarle sulla nostra pagina Facebook e se deciderai di utilizzare le nostre proposte ricordati di condividerlo, ci fa sempre molto piacere ricevere i tuoi commenti.
Ciao siamo Dorothy e Tatiana, due insegnanti della scuola primaria. Condividiamo la passione per l'insegnamento della lingua inglese, l'amore per i bambini e una sana dipendenza dalle cartolerie.
Jack Potato è il nostro piccolo archivio: raccoglie i nostri "esperimenti" didattici in classe, i materiali che produciamo e anche qualche spunto di riflessione. Benvenuto!
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