Insegnare l’inglese, o qualsiasi altra disciplina, ad alunni DSA non è cosa semplice, è una sfida ogni volta diversa.
Ti aiuterà una formazione costante sulle metodologie didattiche ma credo faccia la differenza l’occhio di una maestra esperta e sensibile, nell’approcciare gli alunni che rientrano in questo disturbo dell’apprendimento.
Oggi ho deciso di riassumere i punti salienti di un guida che ho letto di recente e che mi ha chiarito le idee sopratutto per l’ambito matematico- scientifico, ma non potevo esimermi dall’approfondire la parte dedicata all’inglese.
Troverai i riferimenti bibliografici e la copertina del testo alla fine della lettura, intanto inizierei con
La dislessia è una disabilità specifica dell’apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà di effettuare una lettura accurata e/o fluente e di abilità scadenti nella scrittura e nella decodifica. Queste difficoltà tipicamente derivano da un deficit nella componente fonologica del linguaggio che è spesso inattesa in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di un’adeguata istruzione scolastica. Conoscenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica della lettura che può impedire la crescita del vocabolario e della conoscenza generale
(Lyon, Shaywitz 2003)
Dietro l’etichetta DSA si celano quadri molto diversi, è fondamentale riconoscere precocemente i campanelli d’allarme per potere al più presto intervenire con percorsi individualizzati.
Le persone con DSA incontrano numerose difficoltà nella loro storia scolastica e nella vita, con effetti a volte importanti sugli apprendimenti, che possono portare a situazioni critiche a livello psicologico, quali un sé scolastico negativo (Bender e Wall, 1994).

L’apprendimento delle lingue straniere risulta spesso estremamente difficile per gli allievi con DSA , sopratutto per le lingue opache come l’inglese.
Nelle lingue opache spesso non è possibile leggere correttamente una parola se non la si è mai sentita pronunciare perché, nel caso dell’inglese, i 40 fonemi della lingua possono essere rappresentati da circa 1120 combinazioni grafemiche e il rapporto tra fonema, grafema e suono completo della parola è ambiguo.
Ma da cosa può dipendere la mancata acquisizione di un’abilità? Dalla mancanza di una delle seguenti condizioni:
prerequisiti di base;
esposizione agli stimoli;
frequenza dell’esercizio (allenamento)
Nel caso dei DSA, la disabilità è causata dalla mancanza della PRIMA CONDIZIONE, cioè dei prerequisiti di base. Per questo, l’esposizione agli stimoli e l’allenamento non sortiscono gli effetti attesi, IL PROCESSO NON DIVENTA AUTOMATICO, e questo aspetto va sempre tenuto presente sia dai genitori che dagli insegnanti.
Entrando nello specifico delle attività didattiche per l’apprendimento della LINGUA INGLESE sarebbe opportuno tenere in considerazione questi 10 consigli:
- RIDURRE AL MINIMO L’APPRENDIMENTO “A MEMORIA”;
- DARE SEMPRE RINFORZI POSITIVI PER L’IMPEGNO DIMOSTRATO;
- GARANTIRE UN CONTESTO DI APPRENDIMENTO RICCO, STIMOLANTE, MOTIVANTE;
- EVITARE GLI ESERCIZI DI TRADUZIONE;
- LEGGERE LE CONSEGNE DEGLI ESERCIZI E VERIFICARE CHE RISULTINO CHIARE;
- ADATTARE, QUANDO POSSIBILE, IL PROPRIO STILE DI INSEGNAMENTO AGLI STILI DI APPRENDIMENTO E COGNITIVI DELL’ALLIEVO;
- DISPORRE DI PROGRAMMI CON LA SINTESI VOCALE MADRELINGUA;
- EVITARE L’UTILIZZO DEL DIZIONARIO CARTACEO;
- CREARE MAPPE O TABELLE CON LA DOPPIA DENOMINAZIONE (inglese/italiano) DELLA PAROLA- CHIAVE, CON LA POSSIBILITA’ DI AGGIUNGERE IMMAGINI;
- DISPORRE DI TABELLE COMPENSATIVE per recuperare concetti, vocaboli e grammatica.
Queste indicazioni si rilevano efficaci per gli alunni DSA ma sono attuabili in classe con tutti gli allievi, in quanto in grado di migliorare l’apprendimento di ognuno.

Altre modalità che possono risultare utili sono:
- uso di dizionari on line e ricerche per immagini dei vocaboli in lingua;
- uso del traduttore per l’accesso al contenuto, quindi dalla lingua straniera all’italiano.

Per quanto riguarda la scuola primaria i testi sono ricchi di immagini ed ogni unità è associata ad un unico argomento.
La metodologia che viene utilizzata da noi maestre, dovrebbe prevede l’esposizione alla lingua accompagnata da una mimica facciale e corporea per agevolare la comprensione.
Questi aspetti potrebbero essere meno presenti in una didattica alla scuola secondaria di primo grado, per questo la comprensione dei testi in lingua necessita di indici testuali ed extratestuali, che aiutano i ragazzi a farsi un’idea generale di quello che andranno a leggere. (vedi immagine)

Gli strumenti compensativi possono essere impiegati nella didattica quotidiana, come supporto all’apprendimento di tutti gli allievi.
E’ chiaro che, mentre per il bambino senza DSA rappresentano uno strumento transitorio, che non verrà più utilizzato quando avrà acquisito le informazioni, per l’allievo DSA possono risultare uno strumento essenziale da usare in modo continuativo.
Molti illustri e scienziati hanno riscontrato tali difficoltà che sono obiettive e misurabili Albert Einstein è tra questi, vorrei concludere con una sua citazione…
Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà l’intera vita a credersi stupido.
Tutte le informazioni che hai letto nell’articolo di oggi le ho estrapolate da un testo che ti consiglio di acquistare: LA DISLESSIA E I DSA – conoscere per intervenire di Giacomo Stella e Luca Grandi edito Giunti Edu.

Grazie, sempre molto utili i tuoi post!
Buongiorno, i vostri post e consigli sono molto utili, mia figlia, 9 anni, ha grosse difficoltà con l’inglese insegnato con metodo Cambridge, ogni giorno mi dice che non capisce niente e devo dire che il metodo non è per nulla facile ed i libri affrontano temi difficili. Cosa ne pensate ? Consigli ? Grazie